Siria, venerdì di grandi proteste: uccisi 30 attivisti

L’opposizione siriana sta cercando di spingere i cittadini che da circa dieci mesi stanno protestando contro il regime di Assad a non mollare e scendere ancora in strada per denunciare quanto è successo e sta succedendo in Siria. Quella di oggi per gli oppositori del regime deve essere il venerdì di proteste più forte e significativo di sempre, questo anche per far capire a tutti che il “lavoro” degli osservatori della Lega Araba non è che una “finzione” volta a far apparire il regime come garante di sicurezza ed unica possibilità di guida per il paese.
Sulla pagina Facebook di uno dei gruppi dell’opposizione si legge: “Marceremo nelle piazze a torso nudo. Marceremo come abbiamo fatto a Homs e Hama dove abbiamo portato con noi solo rami d’ulivo contro le bande di Bashar che ci hanno colpito con artiglieria e mitragliatrici”.
Dall’arrivo degli osservatori sono stati almeno 70 gli attivisti uccisi dalle forze militari di Assad, senza però che nessuno degli osservatori abbia mai denunciato violenze o irregolarità.
Cresce intanto la tensione a livello internazionale, la Russia è l’unico paese che ha affermato di esser soddisfatta del lavoro degli osservatori.
Oggi durante le manifestazioni si sono registrate altre vittime, si parla di almeno 8 attivisti uccisi dal regime di Assad.
Intanto il capo dei combattenti dell’opposizione siriana, Riad al-Asaad, ha affermato: “Ho dato ordine di fermare tutte le operazioni dal giorno in cui la commissione è entrata in Siria venerdì scorso. Tutte le operazioni contro il regime devono fermarsi ad eccezione di situazioni di autodifesa. Abbiamo cercato di comunicare con loro e abbiamo chiesto un incontro con la delegazione. Finora senza successo. Non ci è stato dato alcun numero (telefonico) degli osservatori… E nessuno ci ha contattati”.
Il presidente del Consiglio nazionale siriano, Burhan Ghalioun, ha invece dichiarato: “Le autorità siriane detengono cento mila persone, alcuni nelle basi dell’esercito (dove gli osservatori non possono accedere in base agli accordi bilaterali Lega Araba-Siria) e altri a bordo di navi vicino alle coste siriane. Ci sono timori reali che il regime possa uccidere questi prigionieri per poi dire che non c’erano detenuti”.
aggiornamento delle ore 15:30
Gli attivisti dell’osservatorio siriano per i diritti umani hanno dichiarato che sono circa 250 mila le persone sono scese per le strade di molte città della provincia di Idlib, nel nord-est del paese, con le dimostrazioni più numerose nella città di Idlib, a Banash, Ariha, Sarakeb, Maaret al-Numan e Khan sheikhun. Continuano anche le vittime, almeno 5 persone sono state uccise nelle ultime ore.
aggiornamento delle ore 18:00
Mentre la Francia dichiara che è ancora prematuro giudicare il lavoro degli osservatori, continua a salire il numero di attivisti uccisi quest’oggi durante le manifestazioni. Si parla di almeno 30 vittime, ma il bilancio si aggrava di ora in ora.
di Enrico Ferdinandi
30 dicembre 2011