Siria: per il Cns dietro gli attentati c’è il regime di Assad
Le esplosioni che ieri hanno causato la morte di 44 persone a Damasco e colpito due sedi dell’intelligence hanno scatenato il dibattito su chi effettivamente ci sia dietro. Secondo fonti ufficiali vi è la mano di al-Qaeda dietro i due attacchi ad opera di kamikaze, nelle tv siriane è stata confermata questa eventualità da alcuni opinionisti che hanno collegato gli attentati di Baghdad con quelli di Damasco.
Molti però puntano il dito contro il regime di Assad, difatti secondo gli attivisti le forze militari di Damasco avrebbero organizzato tutto per far sembrare che il regime sia l’unica forza del paese a lottare contro il terrorismo e ad agire per il bene della Nazione. Non a caso ieri Assad ha prontamente dichiarato: “noi siamo estranei a questa vicenda, che invece fa gli interessi del regime il quale in questo modo dimostra agli osservatori arabi che nel paese combatte il terrorismo”.
Come detto gli attivisti, primo fra tutti Riad Asaad, leader del cosiddetto ‘Esercito siriano libero’, sostengono il contrario, un manifestante ha ieri dichiarato: “dopo questi attacchi le strade di Damasco sono vuote e non è un caso che siano avvenuti proprio nel giorno in cui si attendevano migliaia di persone protestare per le vie della città”. Mentre un altro ha detto: “non è un caso che i due attacchi siano avvenuti proprio nel giorno in cui inizia il lavoro degli osservatori della Lega Araba. Sostenendo che nel Paese c’è la mano di al-Qaeda si vuole impedire a questi osservatori di girare liberamente per il Paese e li si vuole intimidire”.
Quindi simulare un attentato di al Qaeda avrebbe dato al regime la possibilità non solo di placare le proteste ma anche di impedire agli osservatori della Lega Araba di constatare l’effettiva repressione in atto in Siria, repressione, lo ricordiamo per l’ennesima volta che fin ora ha causato oltre 10.000 vittime.
Dai social network arriva inoltre una giusta constatazione: come ha fatto la “v di Stato di Damasco a dare la notizia pochi minuti dopo la prima deflagrazione ed a esser presente sul posto con le telecamere mentre le autorità si sono subito affrettate a dire, mentre annunciavano gli attentati, che dietro c’era la mano di al-Qaeda”?.
Domanda dalla difficile risposta, o constatazione che fa capire meglio quanto successo veramente?
Intanto oggi la prima squadra di osservatori, arrivata a Damasco giovedì, incontrerà il ministro degli esteri siriano Walid al Muallim. Samir Sayf al Yazal, il diplomatico egiziano che guida gli osservatori arabi ha detto che la missione proseguirà il suo lavoro nonostante l’attentato di ieri. Per lunedì è atteso l’arrivo a Damasco di un più nutrito gruppo di 50 osservatori arabi, guidati dal generale sudanese Muhammad al Dabi, secondo fonti ufficiali però questo secondo gruppo, visto l’aggravarsi della situazione, potrebbe arrivare già stasera.
Monsignor Giovanni Martinelli, vescovo di Tripoli, all’indomani della strage di Damasco, nel corso di un intervista ha dichiarato: “Quello siriano è un dramma, e il presidente Bashar al-Assad come l’ex leader libico Muammar Gheddafi ha reso schiavo un popolo per se stesso. E’ un mistero come la sete di potere abbia reso schiavo Assad”.
Monsignor Martinelli è però: “fortemente convinto che si possa sempre trovare una soluzione. Non credo che Assad sia tanto tiranno da non poter essere coinvolto nel dialogo”.
di Enrico Ferdinandi
24 dicembre 2011