Siria: si agli osservatori della Lega Araba, Russia determinante

Secondo l’agenzia di stato egiziana Mena oggi la Siria dovrebbe firmare il piano di pace della Lega Araba per l’invio di osservatori nel paese. Ad annunciarlo un diplomatico siriano e la decisione sarebbe arrivata dopo che i ripetuti rinvii arrivati da Damasco avevano “costretto” la Lega Arava ad imporre al paese diverse sanzioni finanziarie. Sempre secondo l’agenzia il diplomatico in questione non ha però annunciato chi firmerà l’accordo per conto della Siria anche se fonti aereoportuali hanno reso noto che il vice-ministro degli Esteri siriano Faisal Mekdad è arrivato oggi al Cairo e che quindi dovrebbe esser lui a firmare l’accordo con la Lega Araba.
In cosa consiste questo accordo? Semplicemente nell’invio di osservatori arabi che hanno il compito di monitorare quanto avviene nel paese e di riferirlo alla Lega Araba che nel qual caso dovrebbe intervenire in maniera differente. Ricordiamo che già l’Onu ha constatato che in Siria in questi mesi (da metà marzo ad oggi) ovvero da quando sono scoppiate le rivolte, il governo siriano ha messo in moto una repressione che poco ha tenuto conto dei diritti dell’uomo: violenze sessuali, brutali uccisioni, mutilazioni ed altre nefandezze di questo tipo (fin ora per l’Onu sono almeno 5.000 le vittime della repressione) sono già state più volte rese note dalle Nazioni Unite, la firma di oggi rappresenta quindi veramente un passo avanti?
Difficile dare una risposta, sicuramente servirà ad alleggerire la pressione internazionale che si sta concentrando sul paese e che più di una volta è sembrata protendere verso la guerra.
Notizia dell’ultim’ora è quella che arriva da France Presse che ha riportato una dichiarazione di un diplomatico arabo che ha voluto mantenere l’anonimato: “Il governo siriano firmerà nel pomeriggio per mano del suo vice ministro degli Esteri Faisal al Maqdad, il protocollo di tutela dei civili”.
Aggiornamento delle ore 12:30
È ufficiale la Siria ha firmato il protocollo che consente alla Lega Araba di inviare osservatori che monitorino la situazione nel paese. Questo è il primo passo verso un possibile processo di pace che punta a fermare la repressione del regime di Damasco (messa in atto per via delle proteste nei confronti di Bashar al-Assad) in atto da oltre nove mesi. A firmare il protocollo presso la sede della Lega Araba al Cairo, come annunciato, il vice ministro siriano degli Esteri, Faisal Mekdad. Una firma arrivata dopo due settimane dall’ultimatum imposto dalla Lega Araba.
Il ministro degli Esteri siriano, dopo la firma ha poi affermato nel corso di una conferenza stampa che: “Il protocollo arabo contiene il 70% delle nostre richieste di modifica. Abbiamo firmato il documento dopo una esplicita richiesta della Russia e abbiamo deciso di ascoltare i loro consigli anche se si è trattata di una nostra scelta. Ora crediamo nella reale volontà della Lega Araba di trovare una soluzione alla crisi. Damasco al momento non ha alcun rapporto diplomatico o contatto con Ankara a causa della politica assunta dal premier Tayyep Erdogan nei nostri confronti”.
Dopo la firma arriva anche il commento del segretario generale della Lega Araba, Nabil al-Arabi che ha spiegato che la missione degli osservatori durerà un mese, ma il mandato potrebbe esser rinnovato, la missione comincierà entro 72 ore. Il lavoro degli osservatori consisterà nel monitorare la situazione e stilare dei rapporti su ciò che avviene in diverse zone della Siria. Queste le parole di Nabil al-Arabi: “La Lega Araba ha un elenco di cento nomi di osservatori provenienti da Paesi arabi, organizzazioni non governative e rappresentanti di Paesi arabi e il loro numero, in seguito, potrà aumentare. Il protocollo non è altro che un meccanismo arabo per andare in Siria e spostarsi liberamente in varie aree per confermare l’attuazione del piano arabo che il governo siriano aveva accettato”.
Intanto negli ultimi giorni le vittime della repressione sono aumentate di 30 persone, proprio ieri una bambina di 13 anni è stata uccisa dalle forze di Assad a Damasco: oggi decine di migliaia di manifestanti hanno sfilato nelle strade del quartiere di Midane per protestare contro la morte della bambina. Per questo motivo dall’Europa, soprattutto dalla Francia, si spinge affinché gli osservatori siano inviati quanto prima.
Ricordiamo che è stata determinate la scelta della Russia che qualche giorno fa ha richiesto all’Onu di procedere quanto prima con una risoluzione per la fine delle violenze.
di Enrico Ferdinandi
19 dicembre 2011