Siria: elezioni presidenziali avvolte dal dubbio della manipolazione
Il popolo siriano vota per scegliere il proprio presidente attraverso le controverse elezioni organizzate nelle regioni sotto il controllo del regime nel paese in guerra, uno scrutinio già vinto da Assad e denunciato dai suoi avversari come un’autentica messa in scena.
Bashar al Assad, 48 anni, ha votato con la sua consorte Asma nel centro di Damasco, come documentato dalle fotografie diffuse dalla televisione di Stato. I ribelli e i militanti hanno apertamente parlato di elezioni bagnate dal sangue mentre i loro alleati americani le hanno etichettate come “impostura”. La guerra ha provocato la morte di oltre 162 000 persone in tre anni lasciando il paese in rovina e impotente nell’affrontare le contingenze belliche.
All’apertura dei seggi vi erano lunghe file specialmente nelle città di Damasco e di Homs, dove le strade sono riempite di propaganda che inneggia alla gloria di Assad, al potere dal 2000.
Altri due candidati Hassan al-Nouri e Maher al-Hajjar (pro Assad), hanno votato nella capitale che in queste ore è sorvolata da molti aerei e dove ci sono ancora bombardamenti ed esplosioni. Le emittenti televisive locali mostrano immagini di una forte affluenza di votanti.
Nella città di Homs, sotto il dominio del regime dallo scorso maggio, i membri della sicurezza sono distribuiti sul territorio, le autovetture minuziosamente controllate e gli autobus e i camion bloccano le strade per prevenire eventuali attentati, temutissimi in questo periodo. Ad Aleppo, la metropoli situata nel nord del paese e divisa tra sostenitori del regime e dai ribelli, vi è una grande affluenza. Il governatore Wahiid Akkad, ha rivelato alla televisione: “Speriamo che questa giornata si concluda senza vittime”.
Più di 15 milioni di siriani sono chiamati alle urne e il voto è supervisionato dagli osservatori iraniani, russi ma anche da nordcoreani. Il voto si concluderà alle 16H00 GMT. In questo contesto è fondamentale ricordare che il regime controlla il 40% del territorio.
Mentre gli scontri e i bombardamenti proseguono nelle principali città del paese, gli insorti, l’opposizione e gli alleati assistono increduli alla conservazione del potere di Assad. Assad è forte del sostegno russo e iraniano, suoi principali alleati, e dell’aiuto prezioso dei militanti dello Hezbollah libanese. Proprio grazie al loro prezioso sostegno è riuscito negli ultimi mesi a fronteggiare i ribelli. Teoricamente, si tratta delle prime elezioni in Siria dopo un mezzo secolo, Assad e prima di lui suo padre, sono stati designati da un referendum. Il clan Assad dirige il paese da più di 40 anni.
Il conflitto è iniziato nel marzo del 2011 per una contestazione pacifica nel contesto dell’insieme di contestazioni popolari denominate “Primavera araba”. Violentemente repressa, si è progressivamente trasformata in una rivolta prima di diventare una guerra civile.
Di Manuel Giannantonio
(Twitter@ManuManuelg85)
3 Giugno 2014