Israele, Peres avverte Teheran: “Iran principale pericolo, probabile l’attacco militare”
«Sono vicini all’arma atomica, bisogna rispettare gli impegni» queste le parole del presidente israeliano, Shimon Peres, che lancia l’allarme nucleare dopo gli ultimi sviluppi in medio oriente inerenti un possibile attacco dell’Iran ad Israele.
Teheran secondo un rapporto che sarà diffuso a breve dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) sta sviluppando un programma per costruire armi nucleari già da tempo, questo è il problema.
L’Aiea aveva già da tempo espresso preoccupazione per le ricerche in ambito nucleare dell’Iran ma questa volta si è detta intenzionata a farlo in maniera più decisa. Anche ieri notte il presidente israeliano ha affermato che: “un attacco all’Iran da parte di Israele e di altri Paesi è sempre più verosimile. I servizi di intelligence dei diversi Paesi che sorvegliano l’Iran sono preoccupati e spingono i loro responsabili politici a denunciare che l’Iran è vicino ad ottenere l’arma atomica”. Peres ha poi dichiarato che: “Bisogna rivolgersi a questi Paesi perché rispettino i loro impegni. E’ ciò che deve essere fatto, e c’è una lunga lista di opzioni”.
Israele quindi potrebbe sferrare un attacco preventivo per fermare la corsa al nucleare dell’Iran, anche se secondo molti giornali israeliani, uno fra tutti “Haaretz”, i 15 membri del gabinetto di sicurezza della nazione si sono fin ora detti contrari ad un attacco.
La Francia ha reagito alle dichiarazioni di Perez con il ministro degli Esteri, Alain Juppè, secondo il quale un attacco preventivo creerebbe solo una situazione “totalmente destabilizzante”, meglio puntare a inasprire le sanzioni contro Teheran.
La Francia si è quindi detta favorevole a misura coercitivi piuttosto che un intervento diretto di Israele: “Possiamo ancora inasprire le sanzioni per fare pressione sull’Iran, e stiamo insistendo su questa linea perché un intervento militare creerebbe una situazione totalmente destabilizzante nella regione, dobbiamo fare tutto per evitare l’irreparabile”. Ha affermato il ministro Juppé.
di Enrico Ferdinandi
6 novembre 2011