La nuova Costituzione tunisina…

Ieri è stata inaugurata la nuova Costituzione, firmata lo scorso 26 gennaio e approvata con 200 voti favorevoli, 12 contrari e 4 astensioni che manda in pensione quella del 1959.
Al “battesimo” della nuova carta costituzionale erano presenti numerosi diplomatici e rappresentanti africani, arabi ed europei tra i quali, il senatore Grasso, il Presidente francese Hollande, il Principe Felipe di Spagna.
La legge fondamentale tunisina è stata accolta dalla comunità internazionale con favore ed entusiasmo, come un “esempio per altri paesi”: un frutto della primavera araba, iniziata con la caduta dopo 23 anni del dittatore Ben Alì, il gennaio 2011.
Anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, si è unito al coro dei plausi, parlando di una “nuova tappa storica»” e persuaso che “l’esempio tunisino possa essere un modello per gli altri popoli che aspirano alle riforme”.
Tra le innovazioni introdotte nella legge fondamentale dello stato tunisino quella che balza subito all’occhio è l’articolo 20 che sancisce l’uguaglianza di diritti dei due sessi e poi a seguire l’articolo 45 che ordina al governo di proteggere i diritti delle donne e garantire le pari opportunità.
Rimangono zone di ombra (anche perché la Costituzione è frutto anche di un compromesso di tutte le forze politiche e della società civile): rimane l’islam come religione di Stato anche se l’articolo 6garantisce la libertà di fede e di coscienza e l’apostasia non è più fuori legge.
Una “vittoria contro la dittatura” ( il presidente Moncef Marzouki) anche se il cammino per la piena democratizzazione del Paese è ancora lungo.
Cristian Cavacchioli
8 febbraio 2014