Alluvioni in Thailandia: 437 morti, Bangkok in emergenza
Non solo in Italia anche in Thailandia l’emergenza alluvioni è allarmante. Da settimane la capitale, Bangkok, cerca di impedire d’esser invasa dall’acqua, ma la “Venezia orientale” è ormai già coperta per il 20% dalle acque torrenziali e la situazione si fa più grave a causa della mancanza di cibo e delle precarie condizioni igieniche. L’acqua che arriva così in abbondanza non è potabile e le scorte di quella “buona” si fanno sempre più scarse.
I morti in tutto il paese sono 347, ricordiamo ai nostri lettori che la Thailandia si trova in questa situazione dallo scorso luglio e la situazione metereologica non migliorerà, a detta degli esperti, prima di almeno altre cinque settimane. Delle 77 province della nazione ben 63 sono state colpite dalle inondazioni, solo in 38 di esse l’emergenza è rientrata e si sta provvedendo al ripristino del territorio ed alla ricostruzione di case ed edifici. Un emergenza questa fin troppo trascurata dai media, in questi giorni in cui l’Italia si è trovata a fare i conti con simili circostanze si può meglio immaginare la gravità della situazione in Thailandia. Gravità che avrà nei prossimi mesi ripercussioni soprattutto nell’economia, se ora scarseggiano cibo ed acqua (beni primari per la sopravvivenza) nel “domani” si dovrà cercare di ripristinare l’attività di una nazione che conta ad oggi più di 10mila aziende chiuse: il motore della catena produttiva thailandese.
La capitale, centro di vita economico e sociale della nazione si trova in forte emergenza, centinaia di persone rischiano di perdere la vita folgorate dall’alta corrente o sommerse dalle acque. Fin ora solo a Bangkok sono stati fatti evacuare 11mila cittadini. Il portavoce dell’Amministrazione metropolitana di Bangkok, Jate Sopitpongstorn, ha dichiarato che: “11mila evacuati sono ospitati nei centri allestiti in diversi punti della città”.
La premier Yingluck Shinawatra, ha nelle scorse ore lanciato un appello alla popolazione, perché non vengano distrutte le barriere ed i canali di scolo innalzati a protezione del centro della città: “Comprendiamo le vostre sofferenze, ma distruggere le protezioni lungo i canali non aiuterà a contenere le inondazioni”.
Il governo ha già fatto sapere di aver sviluppato un piano di assistenza per le vittime delle inondazioni, ma molti cittadini della periferia di Bangkok si stanno lamentando poiché le loro case ed i loro negozi sono stati “sacrificati” per salvare il centro della città, ovvero centri commerciali e negozi di lusso.
La Thailandia ora ha bisogno anche della solidarietà delle altre nazioni, la prima ad aver stanziato ben 12.800.000 dollari per l’emergenza alluvione è stato il Giappone che quando aveva dovuto affrontare anch’esso le conseguenze di un altro disastro (quello nucleare di Fukushima) aveva ricevuto da Bangkok un cospicuo sostegno.
Un bell’esempio di reciproco aiuto tra le due nazioni, non solo il Giappone ha aiutato economicamente ma anche spiritualmente dedicando al popolo thailandese una canzone “himawari” che significa girasole (nella lingua locale) ed invita tutti a rimanere forti anche in queste situazioni di emergenza.
di Enrico Ferdinandi
3 Novembre 2011