Genetliaco senza regalo

67 candeline per Sonia Gandhi ma pare che il desiderio di una vittoria elettorale non sia stato proprio esaudito!
Ieri, infatti, le elezioni svoltesi a New Delhi e in tre stati federati (Rajasthan, Chhattisgarh e Madhya Pradesh) hanno fatto registrare una pesante sconfitta per il Partito del Congresso Nazionale Indiano attualmente al governo. Ma forse la sorpresa più grande per la Lady italo indiana (nata a Lusiana -Vicenza – come Antonia Edvige Albina Maino) riguarda la disfatta avvenuta nella capitale, rocca forte da 15 anni (ben tre legislature) del Partito del Congresso dove ha ottenuto solo 8 dei 70 seggi contro i 31 del centrodestra del Bharatya Janata Party (di orientamento nazionalista indù e conservatore) e i 28 di Arvind Kejriwal, versione del “movimento cinque stelle indiano” in costante e progressivo aumento.
Nessuna forza politica però ha raggiunto i 35 seggi e New Delhi rimane senza una maggioranza per governare. All’orizzonte non sembrano profilarsi neanche giochi ed alleanze post elettorali (almeno tra i due partiti “vincenti” visto che quello uscente è praticamente fuori gioco): nuove elezioni a questo punto saranno inevitabili.
Cosa abbia decretato la caduta di Sheila Dikshi, governatrice del Partito del Congresso, e l’ascesa dell’ ex impiegato laureato in ingegneria meccanica, Arvind Kejriwal, è facile intuirlo. Il laedar Aam Admi Party, partito dell’Uomo della Strada, ha cavalcato l’onda dell’antipolitica: bustina bianca in testa e una ramazza di paglia come simbolo, il Beppe Grillo made in India, ha come obiettivo la voglia di “mandare tutti a casa” interpretando così malcontento popolare per i continui scandali di corruzione del governo.
Batosta a parte quelle di ieri sono state una prova generale per le elezioni politiche generali per il rinnovo del Lok Sabha, la camera bassa del parlamento nazionale che si terranno nella prossima primavera. Elezioni che il New York Times, non ha esitato a definirle “le più importanti dell’ultima generazione”, forse perché potrebbe spazzare via il principale partito del paese e anche quello dominante dall’indipendenza del paese nel 1947.
Cristian Cavacchioli
17 dicembre 2013