Bulgaria: In tempo di crisi si vende tutto, anche il proprio voto

Bulgaria. A breve, il 23 ottobre, il popolo bulgaro sarà chiamato alle urne per un doppio scrutinio, presidenziali e amministrative. Come per ogni elezione in ogni nazione evoluta o meno, qualcuno parla di brogli elettorali e di compravendita di voti.
Anche in Bulgaria nascono dei dubbi sulla legittimità dei voti anche a seguito di un’indagine svolta dall’associazione Transparency International, dalla quale risulta che un cittadino su cinque è pronto a vendere il proprio voto anche per pochi LEV (moneta locale) o EURO. Il tariffario sarebbe al quanto vario in relazione al tipo di voto, alla quantità di voti procacciati ed anche al territorio di appartenenza del votante.
Il compenso medio è di 30 LEV l’equivalente di 15 € per un cittadino delle zone rurali e di 50 LEV circa 25 € per un cittadino del nucleo urbanizzato delle città.
A questa percentuale si affianca anche un ulteriore 6,8% che è disponibile anch’esso a vendere il proprio voto per un importo sufficientemente maggiore alle medie sopra indicate. In conclusione quasi il 30 % degli aventi diritto può spostare ed apporre il proprio voto non su basi filosofiche o ideologiche o anche semplicemente per simpatia o antipatia verso questo e quel candidato, ma più concretamente verso chi paga.
di Ivan Figurino Gangitano
19 ottobre 2011