Regno Unito: Cameron si scaglia contro l’immigrazione

In un articolo del “Financial Times”, il primo ministro britannico ha annunciato di voler rafforzare le regole per l’assegnazione dell’assistenza sociale nel Regno Unito per lottare contro l’immigrazione su grande scala.
David Cameron reclama un irrigidimento per l’assegnazione dell’assistenza sociale ai migranti dell’Unione europea. Questi non potranno più beneficiare dell’indennità di disoccupazione per i primi tre mesi di soggiorno nel Regno Unito. In un articolo del “Financial Times”, il ministro britannico annuncia che vuole inoltre limitare a sei mesi il versamento dell’indennità “a meno che siano in grado di provare che hanno vere prospettive di impiego”. I nuovi arrivati non potranno più chiedere alloggi nell’immediato e gli aiuti minimi nei loro confronti saranno rivisti. Il conservatore precisa che “coloro i quali sono qui per non lavorare, che mendicano o dormono per strada, saranno espulsi” e non potranno tornare nel paese prima di 12 mesi.
Questo annuncio sopraggiunge prima del 1° gennaio 2014, quando i mercati del lavoro degli Stati membri dell’Unione europea si aprirà ai Rumeni e ai Bulgari, e finirà dunque la loro limitazione imposta nel 2007. Questa apertura delle frontiere permetterà ai lavoratori di questi due paesi di spostarsi e di cercare lavoro negli altri Stati membri. È proprio quello che teme il ministro Cameron che si augura che la libertà di movimento non si eserciti più “in maniera incondizionata” come in questo momento grazie all’Atto unico europeo sancito nel 1986.
Per lungo tempo, il Regno Unito è stato il punto di lancio del mercato unico, della libera circolazione e dell’allargamento dell’UE. Cameron però stima che occorre impedire che i lavoratori di nuovi Stati membri possano emigrare verso i paesi fondatori. Per questo, il capo del governo impone una condizione: i nuovi paesi devono raggiungere un certo livello del PIL per poter beneficiare della piena libertà di movimento per i loro lavoratori. Il ministro propone inoltre a ogni paese di stabilire delle quote annuali di immigrazione.
Bruxelles non condivide il punto di vista del primo ministro britannico. Il suo rimane solo un progetto ma è bastato per fare intervenire l’Unione europea. In un’intervista alla BBC, il commissario europeo per l’impiego, l’ungherese Laszlo Andor stima che David Cameron ha avuto una “reazione eccessiva” e l’accusa di non sostenere la verità. Occorre “presentare la realtà in maniera giusta, non sotto la pressione dell’isteria che talvolta regna nel Regno Unito”, ha affermato il commissario europeo. Secondo lui i britannici non conoscono la realtà dei fatti dell’immigrazione. Il commissario stima ugualmente che questo genere di discorso rischia di presentare “il Regno Unito come il cattivo dell’Unione europea”.
di Manuel Giannantonio
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28 novembre 2013