Nucleare Iran: l’Iran e le grandi potenze hanno sei mesi per un accordo completo

Le grandi potenze e l’Iran hanno accolto l’accordo storico per contenere il programma nucleare di Teheran, ottenuto domenica a Ginevra ma immediatamente rifiutato da Israele, aprendo così un complicato ciclo di sei mesi fatti di delicate trattazioni per ottenere un accordo “completo”.
Dopo cinque giorni di negoziazioni, le grandi potenze e l’Iran hanno annunciato un accordo al termine del quale la repubblica islamica accetterà di limitare il suo programma nucleare in cambio di un alleggerimento delle sanzioni economiche, aprendo un nuovo periodo di negoziazioni per altri sei mesi. “Ora inizia la parte veramente difficile”, ha precisato il segretario di Stato americano John Kerry puntualizzando che servirà “fare uno sforzo per ottenere un accordo completo che richiederà molto impegno in termini di verifica, di trasparenza e di responsabilità”.
L’accordo concluso a Ginevra prevede che “sull’uranio esistente arricchito al 20%, l’Iran ne tratterà la metà in ossido di uranio per produrre del combustibile destinato al (reattore di ricerca civile iraniano) TRR. Diluirà il restante 20% di UF6 (esafluoruro di uranio, un gas che alimenta direttamente le centrifughe di uranio) del 5%”.
Inoltre Teheran si impegna a non arricchire l’uranio più del 5% per sei mesi e a non dotarsi di nuovi impianti di arricchimento. L’accordo è stato qualificato come un “successo” dalla guida suprema iraniano, l’Ayatollah Ali Khameni e come “prima tappa importante” dal Presidente americano Barack Obama. Questo accordo potrebbe essere “l’inizio di un accordo storico per i popoli e le nazioni del Medio Oriente e oltre”, ha stimato il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon. “Un passo importante è stato compiuto, ma solo un passo in un cammino lungo e difficile”, ha dichiarato il Presidente russo Vladimir Putin.
Il Congresso Americano ha già annunciato di essere favorevole per nuove sanzioni rinforzate nei confronti dell’Iran, sanzioni che non entreranno in vigore se Teheran non rispetterà l’accordo concluso a Ginevra. Prudente invece il Canada che ha già annunciato che manterrà le proprie sanzioni attendendo la firma di un accordo definitivo.
L’accordo di Ginevra non costituisce nemmeno un passo significativo per gli esperti in quanto ritengono necessaria una gamma più importante di verifiche sul programma nucleare iraniano. L’Occidente invece non “deve abbassare la guardia”, secondo l’editorialista del “Daily Telegraph” a Londra.
Il Presidente iraniano Hassan Rohani ha affermato che “il diritto all’arricchimento dell’uranio sul territorio iraniano è stato accettato”. John Kerry ha assicurato al contrario che l’accordo “non prevede che l’Iran abbia diritto all’arricchimento dell’uranio, qualsiasi siano le interpretazioni dell’accordo”.
“Ciò che dice il documento, è che nell’ambito di una soluzione completa, l’Iran sarà in misura di godere dei suoi diritti fondamentali di disporre di energia pacifica a fini pacifici, ciò implicherà quello che noi chiamiamo un programma definito per limiti pratici”, ha spiegato il capo della diplomazia britannica William Hague.
Dalla capitale americana, il Presidente Barack Obama ha assicurato che questo accordo “chiude il cammino più evidente della repubblica islamica verso una bomba atomica”. Gli occidentali sospettano che Teheran agisca con fini militari dietro la scusa di un programma nucleare civile, cosa puntualmente smentita. Questa questione è al cuore delle inquietudini dei paesi occidentali e di Israele che temono che l’uranio arricchito al 20% sia utilizzato dall’Iran per ottenere dell’uranio al 90% per fini militari, nonostante le smentite iraniane.
L’Iran afferma che questo uranio è destinato al suo reattore di ricerca per fini medici. Il Presidente Obama si è sforzato di rassicurare Israele chiamando domenica il Primo ministro Benjamin Netanyahu. “I due dirigenti hanno riaffermato il loro obiettivo comune di impedire all’Iran di ottenere un’arma nucleare”, ha assicurato il portavoce presidenziale.
Il Primo ministro israeliano ha tuttavia denunciato “un errore storico” dopo aver evocato “un pessimo accordo che offre all’Iran ciò che voleva: la riduzione significativa delle sanzioni e il mantenimento di una parte importante del suo programma nucleare”.
di Manuel Giannantonio
(Twitter @ManuManuelg85)
(Blog: http://www.fanpage.it/manuel-giannantonio/)
25 novembre 2013