ONU: Cuba, Cina e Russia elette per tre anni al Consiglio di sicurezza dei diritti dell’uomo
L’ONU è anche incoerenza. La Cina, la Russia, l’Arabia Saudita e Cuba nella stessa lista. Non una lista nera. Questi paesi sono stati eletti come partecipanti per i prossimi tre anni al Consiglio dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite, con sede a Ginevra. Una quarantina di organizzazioni non governative hanno qualificato questi stati come “peggior violatori dei diritti fondamentali dell’uomo”, hanno sempre ricevuto una larga maggioranza dei voti.
La Russia e la Cina hanno raccolto ciascuno 176 dei voti. Lo scorso ottobre, di fronte alla stessa istanza l’Arabia Saudita fu richiamata all’ordine da Human Rights Watch (HRW), che ha dichiarato: “il regno si segnala per il livello straordinariamente alto della sua repressione”.
“È un giorno nero per i diritti dell’uomo”, ha deplorato Hillel Neuer, la direttrice esecutiva di HRW ricordando che il Consiglio è stato sostituito nel 2006 dalla Commissione dei diritti dell’uomo, dopo le rigide critiche del segretario generale dell’ONU dell’epoca, Kofi Annan, per la sua politicizzazione e la sua “credibilità declinante” che gettava “un’ombra sulla reputazione del sistema delle Nazioni Unite nel suo complesso”.
Sette anni dopo, nonostante la riforma, la sfiducia persiste. Il diplomatico ghanese aveva rimproverato agli Stati di “cercare di farsi eleggere alla Commissione non per difendere i diritti dell’uomo ma per sottrarsi alle critiche o per criticare gli altri”. L’organo ha cambiato nome ma la critica resta attuale.
Secondo HRW, la Cina, la Russia, l’Arabia Saudita, ma anche il Vietnam e l’Algeria, ugualmente eletti, rifiutano da diversi anni la visita di investigatori dell’ONU. Come ogni anno, un terzo del Consiglio era al potere, ossia 14 su 17. E solo 4 dei 16 candidati, insiste HRW, rispondeva alle critiche da parte di diritti dell’uomo: la Gran Bretagna, la Francia, la Macedonia e il Messico
L’Uruguay e il Sudan del Sud sono usciti sconfitti nella votazione, in ragione del disaccordo sui gruppi regionali. Tuttavia una nota positiva in queste elezioni c’è: la rinuncia della candidatura da parte della Siria e dell’Iran dopo un’intensa lobbying delle ONG.
di Manuel Giannantonio
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13 novembre 2013