Stati Uniti: il paese ha quattro giorni per rassicurare il mondo sul tetto del debito
Il mondo ha gli occhi puntati su Washington dove restano quattro giorni al Presidente Obama e agli eletti del Congresso per forgiare un compromesso sul tetto del debito e scartare dunque la minaccia del primo default della storia degli Stati Uniti.
Il Tesoro americano ha prevenuto che rischia di non poter garantire tutti i pagamenti. Una legge di una pagina, votata dal Congresso Americano, basterebbe a rilevare quello che gli Americani definiscono come “tetto del debito”.
La sorte del dollaro, moneta di riserva internazionale, dipende dalla discussione tra gli uomini del Congresso, e in particolar modo dal Senato, dove le negoziazioni per ora infruttuose sono iniziate sabato tra i repubblicani e i democratici.
Il default sarebbe un’autentica catastrofe. I repubblicani vogliono approfittare della situazione per ingaggiare delle riforme del budget, soprattutto per quanto concerne la “Social Security” (il sistema delle pensioni), e dei programmi di assicurazione pubblica per gli over 65 sprovvisti della “Obama Care” (riforma sanitaria di Obama). Questi programmi consumano il 43% del budget federale.
Barack Obama rifiuta di negoziare “con una pistola puntata alla tempia” e accusa i suoi avversari di irresponsabilità. I repubblicani rispondono che è grazie a una strategia identica che Bill Clinton e lo stesso Barack Obama nel 2011 hanno accettato compromessi per il tetto del debito.
“Le nostre discussioni sono state sostanziali e proseguiremo”, ha dichiarato domenica il senatore democratico Harry Reid. “Sono ottimista sulle possibilità di una conclusione positiva”, ha voluto chiarire Reid.
Gli eletti tentano di risolvere due problemi contemporaneamente: rilevare il tetto del debito e adottare una legge per riaprire le agenzie federali chiuse temporaneamente per gli effetti dello “Shutdown”.
Perché il Senato ha improvvisamente preso l’iniziativa? I senatori repubblicani saranno costernati dal dialogo sordo dei loro colleghi della Camera, che non sono pervenuti a nessun accordo con Obama la settimana scorsa nonostante l’apertura formale delle discussioni.
In ogni caso la Camera dovrà comunque pronunciarsi su un compromesso senatoriale.
Il tetto del debito è una linea di credito massimale concessa dal 1917 dal Congresso all’esecutivo che non può in nessun caso oltrepassare. Ma lo Stato federale funziona con i suoi deficit (3,9% del PIL nel 2013).
Nulla si sa della data in cui il Tesoro non potrà più assicurare tutti i suoi pagamenti. Potrebbe sopraggiungere dopo il 17 ottobre, in funzione delle variazioni quotidiane. Una stima dell’ufficio del debito del Congresso, stima la data “X” tra il 22 e il 31 ottobre.
Un default parziale della prima economia mondiale rappresenterebbe un caos internazionale con conseguenze difficile da preventivare. Dalla Cina all’Europa, dei dirigenti costernati osservano con inquietudine il braccio di ferro americano.
Christine Lagarde, direttrice generale del fondo monetario internazionale, ha stimato domenica che le ripercussioni saranno superiori a quelle della crisi finanziaria del 2008, attraverso un’intervista concessa al canale televisivo americano NBC.
di Manuel Giannantonio
(Twitter @ManuManuelg85)
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14 ottobre 2013