La Germania alla ricerca di una maggioranza
Il voto del 22 settembre non ha consegnato nessuna netta maggioranza alla politica tedesca, ed ora è la Merkel ha il compito di formare un nuovo governo. Ma l’impresa sembra tutt’altro che facile.
Il risultato delle elezioni
È innegabile che la vera vincitrice di questa tornata elettorale in Germania sia stata Angela Merkel. Con 15,8 punti percentuali di distacco dal principale concorrente Steinbrück, che si ferma al 25,7%, la cancelliera ha ottenuto un risultato certamente notevole. Eppure l’Unione, nonostante abbia ottenuto il 41,5% dei voti, è in difficoltà nel tentativo di formare un nuovo governo. E ciò perché il suo storico alleato, il partito liberale dell’Fdp, non è riuscito a raggiungere il 5%, che rappresenta la soglia di sbarramento per l’ingresso in parlamento.
Se infatti si raffronta questa tornata elettorale con la precedente, il dato più evidente è proprio il crollo del consenso dei liberali, che dal 14,6% passano al 4,8%, perdendo due terzi dei propri elettori. La grande popolarità della Merkel non è bastata a porre rimedio ad una tale emorragia. La conseguenza è che all’Unione mancano solo 5 seggi nel Bunderstag per raggiungere la maggioranza assoluta. Si sono così avviati i tentativi di dialogo con le altre formazioni politiche, alla ricerca di un governo stabile.
I governi possibili e l’opzione della Grande Colizione
Le proposte che sono state prese in considerazione da vari opinionisti o politici sono molteplici, e non coinvolgono necessariamente la presenza dell’Unione al governo. Eppure, limitandoci solo a quelle che più animano il dibattito politico attuale, le opzioni praticabili possono essere ridotte a due: un’alleanza tra l’Unione e i Verdi o la Grande Coalizione con l’Spd, il secondo partito per numero di voti conquistati alle elezioni (25,7%). Ad oggi però lo scenario è tutt’altro che chiaro. Certo è che la possibilità di raggiungere una maggioranza con altre forze politiche anima il confronto all’interno dei partiti.
La strada più probabile allo stato attuale è la Grande Coalizione tra l’Unione e Spd. Ha votato in tal senso il vertice dei socialdemocratici venerdì sera, che è pronto ad iniziare dei colloqui esplorativi, che si terranno probabilmente già dalla prossima settimana. L’Spd è infatti, secondo il suo presidente Sigmar Gabriel, “pronto per i colloqui”, anche se si precisa che “la via per i negoziati non è sgombra”. Insomma, sì ad un confronto, ma non c’è nessun motivo per dover formare a tutti i costi un governo di coalizione.
Naturalmente saranno ora questi colloqui a decidere quanto l’Unione e l’Spd saranno disposti a cedere sulle rispettive posizioni. La risposta la avremmo nei prossimi giorni. Certo è che l’elettorato dei due partiti sembra essere favorevole alla Grande Coalizione, il cui gradimento sembra aggirarsi intorno al 66% tra gli elettori dei due partiti.
La battaglia delle tasse
Un tema che è al centro dello scontro politico è quello delle tasse, che sembra rappresentare il maggiore freno per l’Unione nei confronti di possibili alleanze. È notizia di oggi infatti che il capogruppo dei Verdi Jürgen Trittin avrebbe posto alla Merkel come condizione per un’alleanza l’innalzamento del prelievo fiscale al fine di avere maggiori risorse da investire in alcuni campi come la formazione, e lo sviluppo delle energie rinnovabili. Richieste simili vengono sostenute, anche se con minore intransigenza, anche dall’Spd, che propone una maggiore tassazione per le fasce più ricche della popolazione.
Eppure uno dei punti del programma dell’Unione era proprio l’opposizione ad qualsiasi aumento della tassazione. Oggi Horst Seehofer, Presidente dei Ministri della Baviera e membro del Csu, ha rassicurato gli elettori: “i cittadini hanno la mia parola: non ci sara nessun aumento della tassazione”, dal momento che “ad oggi abbiamo il più alto prelievo fiscale di sempre”. Anche se non è escluso che la necessità di un governo stabile potrebbe spingere l’Unione a venire meno anche a qualche punto del proprio programma elettorale, Trittin ha comunque dichiarato di essere scettico nei confronti di un’eventuale governo con la Merkel.
Daniele Di Giovenale
(Twitter: @DanieleDDG)
30 settembre 2013