Siria, disarmo armi chimiche: Onu dice sì con un voto unanime
Unanimità. Questa volta Cina e Russia non hanno imposto il veto (come successo ben tre volte negli ultimi due anni) e la risoluzione sul disarmo chimico in Siria è stata accolta a pieni voti dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Una risoluzione considerata di grande importanza, da alcuni definita persino epocale, in quanto è di fatto la prima risoluzione adottata dal Consiglio da marzo 2011, ovvero da quando sono cominciate le rivolte anti-Assad.
Pace calda o guerra fredda? Il documento condanna in termini più forti qualsiasi uso di armi chimiche in Siria, e in particolare l’attacco del 21 agosto scorso nei sobborghi della capitale siriana ascritto alle truppe di Assad, un attacco che portò il presidente Usa, Barack Obama a spingere per un immediato intervento militare in Siria. Nel giro di un mese la situazione è però cambiata, tanto che questa risoluzione è stata possibile soprattutto grazie all’accordo fra Mosca e Washington.
Articolo 7. È stato il ministro degli esteri russo, Serguei Lavrov, a ricordare che la risoluzione è stata resa fattibile grazie all’accordo raggiunto da Stati Uniti e Russia. Lavrov ha anche affermato che nella risoluzione si precisa che l’uso di armi chimiche da parte di qualsiasi parte in conflitto rappresenti una violazione del’articolo 7 della carta Onu, quello che consente l’uso della forza, ovvero dell’intervento militare. Ma le cose sono più complesse di così: se il regime di Damasco decidesse di non rispettare gli obblighi servirebbe un’altra risoluzione per intervenire militarmente in quanto la risoluzione sul disarmo chimico non ricade sotto l’articolo 7.
Soddisfazione è stata comunque manifestata da John Kerry, segretario di Stato americano, che ha dichiarato: «Il mondo, all’unisono, per la prima volta costringe il regime siriano a rispettare degli obblighi costringendolo a distruggere armi usate come strumento di terrore».
Verso Ginevra2. Una risoluzione fondamentale anche per far si che l’arsenale chimico in possesso del presidente siriano Bashar al Assad possa venir distrutto entro la primavera del 2014. Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha definito la risoluzione la prima concreta buona notizia da molto tempo per la Siria e spera che questo possa esser di buon auspicio per le discussioni che avranno luogo all’interno della conferenza di pace sulla Siria che si terrà a Ginevra a metà novembre, la così detta ‘Ginevra2’. Una conferenza che per molti potrebbe esser fondamentale per favorire una transizione politica in Siria.
Enrico Ferdinandi
28 settembre 2013