Kenya: gli eroi anonimi di Westgate Mall
Degli ex soldati presenti nel centro commerciale di Nairobi hanno salvato decine d’ostaggi. Alcune testimonianze dei loro amici evidenziano quanto siano stati eroici questi uomini in una giornata inghiottita dalla violenza e dal terrore.
Resteranno anonimi. Due ex soldati, uno irlandese, l’altro britannico, avrebbero salvato centinaia di persone durante l’attacco verificatosi nel centro commerciale Westgate Mall di Nairobi, in Kenya. Per scelta o per ragioni di sicurezza, i loro nomi non sono stati rivelati.
L’ex soldato irlandese era sul punto di lasciare il centro commerciale di Westgate Mall sabato quando gli Shaabab somali hanno lanciato il loro assalto. L’ex militare diventato oggi consulente per una multinazionale, ha deciso di tornare indietro, recandosi all’interno del parcheggio sotterraneo, come descritto dal quotidiano “The Irish Independent”. Con alti tre uomini, tra i quali un britannico, ha scoperto più di 200 persone nascoste dietro le macchine. Il gruppo, armato, li ha fatti uscire prima di tornare all’interno del centro commerciale, dove i quattro sono riusciti a salvare un centinaio di persone.
Tentando di accedere al terzo piano, hanno subito degli spari ai quali hanno prontamente replicato prima di nascondersi in un ristorante dove altri clienti e impiegati vi avevano trovato rifugio. E’ un amico di questo eroe anonimo che ha raccontato la storia al quotidiano irlandese, assicurando che l’ex soldato non ha lasciato nessuno dietro di sé. Per tre ore, ha curato i feriti e protetto gli altri, rivoltando i tavoli usati come scudi.
La storia di un altro eroe, resta anonimo per motivi di sicurezza. Questo ex soldato d’élite britannico, quest’uomo che prendeva un caffè al centro commerciale nel momento dell’attacco, avrebbe salvato un centinaio di persone. Una foto che circola su Twitter evidenzia infatti come un uomo, con un’arma alla cintura, abbia scortato due giovane ragazze all’esterno.
Quest’uomo che vive in Kenya non avrebbe esitato a sfidare i proiettili per tornare nell’edificio preso d’assalto dai terroristi almeno dodici volte. Anche in questo caso uno dei suoi amici ha raccontato ai media britannici il carattere “eroico” di questa azione; aggiungendo: “immaginate cosa significasse tornare lì dentro, quando sapeva perfettamente quello che succedeva”.
Testimonianze incredibili che oltre a descrivere la paura e l’orrore di quel giorno rappresentano una trasparente testimonianza che in fondo gli eroi esistono e non hanno certo il mantello o la maschera anche se rimangono nell’anonimato.
di Manuel Giannantonio
(Twitter @ManuManuelg85)
(Blog: http://www.fanpage.it/manuel-giannantonio/)
25 settembre 2013