Stati Uniti: guerra e pace all’ONU
L’Assemblea generale delle Nazioni Unite si apre oggi a New York. La Siria e l’Iran sarebbero al centro delle discussioni. Il Presidente iraniano Rohani potrebbe incontrare nella serata il Presidente francese François Hollande, un incontro di storica importanza visto i pochi appuntamenti diplomatici tra l’Iran e l’Occidente.
La 68° Assemblea generale delle Nazioni Unite si apre oggi nella grande mela. Un appuntamento tradizionale ma che ogni volta, tratta questioni sull’avvenire di questa istituzione internazionale spesso ignorata da qualche potenza preoccupata di non rispettare le regole comuni per raggiunger i loro scopi. E come ogni volta, ci saranno fiumi di discorsi nel palazzo di vetro tra diplomatici intenti ad agire per il bene internazionale.
Quest’anno però l’Assemblea potrebbe assumere un’importanza planetaria. Parallelamente, le grandi potenze perseguiranno le negoziazioni sulla crisi più grande del momento: la Siria. Se l’accordo sulle armi chimiche siriane, concordato tra il ministro degli Esteri russo, Serguei Lavrov e il suo omologo americano, John Kerry, ha permesso di posticipare almeno per ora, un attacco militare contro la Siria, una simile eventualità è lontana dall’essere scartata per il futuro. L’organizzazione per il divieto di armi chimiche (OIAC), alla quale Damasco ha appena aderito consegnando una lista del proprio arsenale chimico, e il Consiglio di sicurezza potrebbero adottare una risoluzione nella settimana. Ma le operazioni sono laboriose. Americani, Britannici e Francesi intendono sottoscrivere una risoluzione con la forza, se la Siria non adempie ai suoi impegni, e vogliono ovviamente eliminare dai giochi Assad. I Russi e i Cinesi si oppongono, preferendo non menzionare il Presidente siriano.
E’ sempre più evidente dunque che lo scopo degli Occidentali è proprio quello di far cadere il regime. Sono quindi pronti a tutto per concretizzare il loro scopo. Compreso accusare Damasco di non essere trasparente. Cosa che permetterebbe un intervento militare. Sostanzialmente è ciò che si verificò nel momento della crisi irachena dieci anni fa. Non esistono nemmeno differenze con il dossier iracheno. Di fronte all’opinione pubblica opposta all’uso della forza, conviene agire per vie diplomatiche. Hollande incontrerà al margine dell’Assemblea il nuovo Presidente iraniano, Hassan Rohani. Sarà una novità dato che dal 2005: i contatti tra l’Iran e gli Occidentali restano rarissimi dopo la rivoluzione islamica dl 1979. L’oggetto di quest’incontro sarà evidentemente la questione nucleare, ma ugualmente la Siria.
Mentre l’Assemblea generale dell’ONU si apre, le incertezze sull’avvenire del pianeta sono dunque numerose. L’istituzione internazionale resta pertanto garante della pace. O almeno dovrebbe restarlo.
Manuel Giannantonio
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24 settembre 2013