Germania: il paese potrebbe essere responsabile dell’attacco chimico di Damasco
Angela Merkel ha trionfato nelle elezioni legislative tedesche ottenendo la terza rielezione consecutiva. Tuttavia sembra avere poco tempo per festeggiare. Alcuni prodotti chimici, esportati tra il 2002 e il 2006, dalla Germania alla Siria, sono suscettibili di essere entrati nella produzione di gas sarin usato nell’attacco chimico dello scorso agosto a Damasco.
Mentre il mondo cerca di fare chiarezza sull’attacco chimico siriano che ha provocato la morte di 1400 persone lo scorso 21 agosto nella periferia di Damasco, il governo tedesco ha sorprendentemente riconosciuto di aver esportato in Siria circa 111 tonnellate di prodotti chimici suscettibili di essere stati utilizzati per la produzione di gas sarin. Dei composti di fluoro e di sodio, fluoruro di sodio, ammonio e acido fluoridrico a doppio uso, civile e militare, secondo la classificazione europea, che sono sottoposte ad autorizzazioni speciali d’esportazione.
Il ministero economico tedesco ha precisato che queste esportazioni pari a un ammontare di 174.000 di euro, che hanno avuto luogo tra il 2002 e il 2003, sotto il governo guidato da Gerhard Schröder, e successivamente da Angela Merkel, erano esclusivamente per uso civile. I prodotti in questione possono però essere sfruttati e utilizzati per il trattamento dei metalli o per la fabbricazione di dentifricio. “Delle autorizzazioni sono state accordate dopo un esame dettagliato di tutti i rischi possibili, compreso l’uso di questi prodotti per fini militari.
“In ogni caso, il previsto uso civile è stato considerato come plausibile”, ha dichiarato il ministero. “Il governo tedesco non dispone di nessuna informazione che suggerisce che i prodotti consegnati siano stati impiegati per usi diversi da quelli dichiarati”, ha precisato lo stesso ministero. “Non possiamo esseri certi che la Germania non sia colpevole dell’attacco omicida commesso a Damasco”.
In un’intervista concessa all’ARD, la cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha dichiarato che i prodotti chimici sono, senza dubbio, stati impiegati per usi civili. La Merkel inoltre ha aggiunto che le esportazioni di questo genere sono state sospese nel maggio del 2011, poco dopo l’inizio del conflitto in Siria.
Jan van Aken, incaricato delle questioni internazionali per il partito di destra Die Linke, è lontano dall’esprimere la stessa tranquillità di spirito dimostrata dalla Merkel. Ha infatti condannato il principio delle consegne effettuate in Siria, un paese secondo lui, di cui “il mondo intero sapeva che aveva un importante programma militare chimico” ben prima dell’attacco verificatosi lo scorso 21 agosto. “Non possiamo essere certi che la Germania non sia colpevole dell’attacco omicida di Damasco”, ha accusato lo stesso van Aken.
La Germania non è l’unico paese nel panorama politico internazionale ad essere confrontato ai problemi che pongono vecchi contratti firmati con la Siria. All’inizio del mese, la stampa britannica, ha rivelato che Londra autorizzò nel 2012 le proprie imprese ad esportare verso la Siria fluoro di sodio e di potassio, prodotti destinati alla produzione delle finestre metalliche ma che possono anche servire per la produzione di armi chimiche. Il governo è tuttavia tornato sulla decisione di luglio dello stesso anno, mentre le sostanze non erano ancora consegnate, secondo il giornale “The Independent”. Il quotidiano “The Telegraph” ha aggiunto che durante la settimana scorsa altre licenze sono state attribuite all’esportazione di prodotti chimici in Siria, prima dell’inizio del conflitto. Il governo britannico assicura che questi prodotti non sono stati utilizzati per fini militari. Proprio come ribadito dal governo tedesco. Insomma, sia la Germania, sia la Gran Bretagna ammettono di aver rifornito la Siria di materiale chimico escludendo che sia stato lavorato per usi militari. Probabilmente affermazioni rivedibili e dubbie in virtù della conoscenza di questi paesi del potenziale chimico della Siria.
Gli esperti dell’ONU hanno identificato nel loro rapporto pubblicato lunedì il gas sarin, come agente utilizzato negli attacchi chimici del 21 agosto. Il rapporto si astiene tuttavia di designare i colpevoli, che sia l’esercito di Assad o i ribelli. Dal punto di vista occidentale senz’altro, la responsabilità di Assad è indubbia.
di Manuel Giannantonio
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23 settembre 2013