Nel dibattito con Harris, Trump diventa il vecchio
Il 10 settembre Donald Trump e Kamala Harris si sono confrontati nello storico dibattito televisivo
che precede l’affluenza alle urne per le presidenziali del 5 novembre, in una delle campagne
elettorali più imprevedibili della storia americana. Lo stesso duello tra candidati era riuscito a
stroncare Joe Biden a fine giugno: tutti gli occhi erano puntati su Harris e sulla sua capacità di
convincere. Tuttavia, la neo-candidata alla corsa verso la Casa Bianca non si è lasciata intimorire.
Dopotutto, per i democratici era difficile uscirne peggio del dibattito precedente. Biden era
apparso visibilmente smarrito, affaticato e, in generale, troppo vecchio di fronte al candidato
repubblicano. Mostrarsi così di fronte a milioni di telespettatori aveva sancito la sua disfatta. Con
Harris, la situazione si è ribaltata.
«Non sono né Biden, né Trump»
Kamala Harris ha provato a non identificarsi nel presidente in carica di cui è ancora la vice,
consapevole anche del fatto che ormai egli non gode più di grande popolarità presso gli elettori
statunitensi. Con il dibattito televisivo è risultata abbastanza chiara la volontà dell’aspirante
presidente: provare a resettare la precedente campagna elettorale e mostrarsi come la terza via.
Più volte nel corso del dibattito ha sottolineato di come sia arrivato il momento di cambiare,
specialmente di fronte ad uno stantio Donald Trump: «What I do offer is a new generation of
leadership for our country», «Let’s turn the page and move forward», «Frankly, the American
people are exhausted with the same old tired playbook», sono state alcune delle frasi da lei
pronunciate con l’obiettivo di presentarsi come qualcosa di nuovo, in termini di età e di proposte.
Per Trump era la settima volta in un dibattito e la sua campagna elettorale va avanti praticamente
da due anni. Harris ha avuto un mese e mezzo per prepararsi e convincere un elettorato che non la
conosce così bene. Alla fine, chi ne è uscito acciaccato, però, è stato il veterano. Già al suo ingresso
nello studio dell’ABC News, la candidata democratica è riuscita a spiazzare il suo rivale, che
incontrava per la prima volta dal vivo, inseguendolo per presentarsi e stringergli la mano. Dal
primo dibattito tra Trump e Hillary Clinton, nel 2016, i candidati avevano infatti smesso di farlo. Da
una parte, un Trump concentrato a rispondere e dibattere davanti alla telecamera, irritato di
fronte alle provocazioni di Harris, arrivando a controbattere con una serie di fake news in termini
di immigrazione ed aborto, smentite in diretta dai moderatori dell’ABC. Dall’altra, una Harris che si
voltava spesso verso il suo rivale, lo sminuiva con risate e occhi sgranati, si proponeva come il
cambiamento. Sebbene anche Kamala Harris abbia sviato alcune domande, esagerando alcune
verità o rimanendo più vaga in alcuni punti, nel complesso ne è uscita da vincitrice.
Nella tana del coniglio
degli abitanti americani, ai democratici che uccidono i bambini appena nati, alla presunta volontà
di Harris di effettuare operazioni agli immigrati irregolari (chiamati da lui Aliens) per aumentare la
popolazione transgender. Molti commentatori, politici ed analisti – anche repubblicani – hanno
infine constatato che il successo di Harris è stato principalmente nel tendere trappole a Trump,
portandolo spesso a giocare sulla difensiva, palesemente irritato e rabbioso di fronte di fronte alle
istigazioni della candidata rivale. Chris Christie, ex governatore del New Jersey e repubblicano che
ha guidato il team di transizione di Trump nel 2016, ha dichiarato che Harris è risultata
estremamente preparata rispetto a Trump, portando il gioco dalla sua parte: «Ha piazzato delle
trappole e lui ha inseguito ogni coniglio in ogni tana». Per Alyssa Farah Griffin, direttrice delle
comunicazioni della Casa Bianca durante l’amministrazione Trump, molti sostenitori si sono
sintonizzati per vedere la maschera di Trump cadere. Il giorno dopo, il candidato repubblicano,
consapevole della disfatta televisiva, ha gridato nuovamente al complotto, accusando la stessa
ABC di aver truccato il dibattito.