Trump vs Harris: debate o dissing?
Si è concluso poche ore fa il tanto atteso incontro televisivo che ha messo a confronto i due candidati alla Casa Bianca: Kamala Harris e Donald Trump. Un dibattito all’americana, di quelli a cui anche ci siamo abituati in un passato non troppo remoto; un’ora e mezza di testa a testa senza risparmiare battute, accuse, velate offese e visioni nettamente divergenti. Granitica la Harris, troppo scalciante Trump. Il 5 novembre si avvicina e gli Stati Uniti devono ancora decidere.
L’incontro
Un banco di prova notevole per la candidata democratica che ha visto nel palco di Philadelphia l’occasione per fare la sua prima buona impressione. La Harris si è presentata agli americani in quanto tale, non più vice di Biden ma candidata alla presidenza degli Stati Uniti d’America. Ha avuto più volte la possibilità di prendere le distanze dall’attuale presidente ma soprattutto ha mostrato i muscoli al suo avversario che, è risaputo, è uno squalo. L’inizio stesso del debate ha visto un Trump che con fatica stringeva la mano alla Harris e che più volte ha faticato anche ad uscire da alcune gaffe sgradevoli sulle origini dell’avversaria.
I temi caldi
Sembra non si trovino d’accordo su nessun piano. Una cosa è certa, tutto dipenderà dal voto che verrà espresso tra poco meno di due mesi perché le politiche che verranno attuate saranno sicuramente diverse, in base al vincitore, in ogni settore. Di fatto, chi non conosce la politica della Harris ma familiarizza con quella di The Donald gli basterà pensare al suo opposto per avere una nitida visione di come potrebbero andare le cose. Per quanto riguarda l’immigrazione, Trump ha implementato il muro con Messico nel 2017, la Harris non ha di certo intenzione di irrigidire le attuali frontiere, riguardo l’aborto Donald si è dichiarato contrario e ha attaccato duramente la controparte lasciando intendere che non ci saranno aperture in merito qualora vincesse. In particolar modo su questi due temi Trump ha avuto davvero due uscite infelici quando ha dichiarato che “gli immigrati mangiano i cani e i gatti degli americani” e che “i democratici vogliono uccidere i bambini di nove mesi”. La risata della Harris e le correzioni dei moderatori hanno fatto il resto. Riguardo la politica estera è stata Kamala ad andarci giù pesante quando, in merito alla guerra in Ucraina ha affermato: «Se Trump fosse presidente Putin sarebbe seduto a Kiev con gli occhi puntati sull’Europa»; riguardo Gaza, invece, Donald ha detto che “Kamala odia Israele ed è una comunista”. Un dibattito a tratti surreale.
Nessuna certezza
Il sondaggio condotto dalla CNN al termine dell’incontro ha mostrato che il 63% dei partecipanti ritiene che la candidata democratica abbia fatto meglio del tycoon, sostenuto solo dal 37%. Trump è apparso troppo irascibile, alle volte incapace di rispondere ma solo in grado di attaccare. Kamala invece ha mostrato una calma granitica e un’ottima capacità di eloquio che le hanno permesso di andare a segno con stoccate ben piazzate. Lei stessa al termine dell’incontro si è dichiarata disponibile a un eventuale altro dibattito mentre Trump ha affermato di volerci pensare, ma solo se il prossimo match sarà trasmesso da Fox, sua rete televisiva, e non da Abc. La campana è suonata e il primo incontro vede una Harris vincere per su The Donald, ma la strada è lunga e l’America resta sempre il luogo dove tutto è possibile.