Duecentotre anni di indipendenza
15 settembre 1821. Cinque Stati dell’America Centrale ottengono l’indipendenza dall’Impero spagnolo, che ne dominava i territori fin dai tempi delle antiche conquiste coloniali successive alla scoperta del continente. Si tratta, in particolare, di Costa Rica, Honduras, Guatemala, El Salvador e Nicaragua, che oggi rappresentano alcune delle principali entità territoriali e statuali presenti all’interno dell’area caraibica e comprendono al proprio interno una popolazione complessiva di circa 45 milioni di abitanti. Eppure, differentemente da quanto avvenuto con altri paesi dell’area latino-americana, la strada per raggiungere gli attuali confini non è stata così semplice e immediata, visto il lungo percorso che ha dominato la storia moderna della regione.
In origine, i cinque paesi raggiungono l’indipendenza come un unico gruppo politico e territoriale: la Repubblica Federale del Centro America. Un esperimento politico non troppo differente da quanto avvenuto nella parte settentrionale del continente con gli Stati Uniti, caratterizzato da grandi sogni e importanti aspirazioni in fatto di libertà, prosperità e benessere dei propri cittadini. Vista la posizione geografica strategica, i padri fondatori della Federazione – avente per capitale Città del Guatemala prima e San Salvador in un secondo momento –mirano a divenire una potenza economica sfruttando i commerci tra Atlantico e Pacifico. Ma le differenze di veduta sul futuro dell’intero progetto emergono rapidamente, coinvolgendo così ogni strato della popolazione per le più variegate ragioni. In tal modo, si sviluppano pesanti conflitti interni, che portano addirittura ad una guerra civile e, successivamente, alla disgregazione della Federazione sotto le continue spinte autonomiste delle singole entità regionali interne, desiderose ora di conquistare la propria, definitiva, indipendenza.
Di conseguenza, in Centro-America nascono cinque nuovi stati, che tutti noi possiamo attualmente conoscere e visitare in lungo e in largo. Di quell’ambizioso progetto unitario che ha caratterizzato per circa vent’anni la regione, oggi, non rimangono che i colori e la forma delle bandiere nazionali adottate dai singoli stati, contenenti tutte chiari riferimenti all’unico vessilloesistente in origine. Nel corso degli ultimi secoli, infatti, l’intera area è stata tormentata da una lunga serie di sconvolgimenti politici, economici e sociali che hanno, nel tempo, radicalmente plasmato il destino di milioni di cittadini, senza però intaccare la creatività, la fierezza e l’energia di popoli così giovani e dinamici. Ben diverse risultano le condizioni di vita all’interno dei differenti stati, fatto che rende l’economia regionale e la qualità di vita dei singoli piuttosto instabile, in particolar modo a causa delle grandi disparità esistenti tra i diversi strati sociali.
La presenza degli Stati Uniti, poi,ha giocato da sempre un ruolo determinante per l’intero scenario locale, a tal punto da legare irrimediabilmente il destino di innumerevoli nazioni a Washington. Un mix eterogeneo di fattori positivi e negativi, amore e odio, tutto condito dai profondi legami personali e familiari che uniscono milioni di individui residenti nelle due parti del continente. Sono milioni, infatti, i cittadini della ex Federazione che, nel corso degli ultimi decenni, hanno lasciato le proprie case e i propri affetti per iniziare una nuova vita – spesso partendo da zero – all’interno dei confini del paese dalla bandiera a stelle e strisce.
Ma l’economia e l’intero assetto regionale, mese dopo mese, sono comunque affetti da progressivi cambiamenti che, nel medio e lungo termine, possono portare benessere per gran parte dei cittadini dei cinque stati. Per prima cosa, il processo di riforme economiche e lo stabilizzarsi dello scenario politico – soprattutto rispetto a quanto avvenuto nel corso del Novecento – ha incrementato la percezione di sicurezza personale e finanziaria nei confronti di questi particolari mercati, con la Costa Rica come esempio principale. Poi, il crescente turismo sta attirando sempre più risorse nei vari paesi – prima di tutto Costa Rica e Guatemala – che precedentemente erano indirizzate verso le più tradizionali mete di soggiorno e di viaggio. Infine, ma non di secondaria importanza, con i grossi movimenti di milioni di persone che dalla parte meridionale del continente si spostano verso nord, l’area è costantemente attraversata da un costante flusso di uomini, donne e bambini che, a loro volta, sono destinati a portare risorse economiche e nuove occupazioni, vista la necessità di fornire beni e servizi ad un pubblico così numeroso e variegato.
Difficilmente, dunque, è possibile immaginare che la regione possa rimanere ancorata alle dinamiche del passato. Il mondo, anche in un simile paradiso naturale, è destinato a cambiare, dando nuova speranza, aspirazioni e certezze a dei popoli così vivi e carichi di cultura, storia e tradizioni. A poco più di duecento anni di distanza dall’indipendenza, vi è ancora una storia intera da scrivere, per fortuna. E gli uomini e le donne di questi Paesi sono destinati ad esserne gli autori.