Intervista all’Ambasciatore del Cile Ennio Vivaldi
Cosa ha rappresentato per lei diventare Ambasciatore del Cile in Italia da cileno discendente di immigrati italiani? Che rapporto ha avuto con i suoi nonni italiani?
Vorrei iniziare dal rapporto con mia nonna che è stato molto intenso, una figura importantissima nella mia vita, lei aveva vissuto l’Italia post unitaria, dopo il Risorgimento in quello che definiremmo il tournée du siecle. Lei era di Taggia, da cui moltissimi migranti sono partiti per raggiungere la città di Concepción, dove io sono nato.
Quando sono diventato ambasciatore del Cile in Italia pensavo che sarebbe stato bello ma sono rimasto sorpreso per tutte le emozioni che mi ha portato. Per me, figlio di una cilena e di un uomo i cui genitori erano italiani, lavorare in Italia è molto importante. Vorrei aggiungere che il tema dei migranti mi è molto caro e in particolar modo il rapporto con la patria di origine. I migranti è come se congelassero il Paese che lasciano, nella loro memoria il tempo e lo spazio si fermano. L’Italia resterà sempre come l’hanno lasciata. Ricordo con affetto mia nonna che diceva: “Qui ballano il rock’n’roll, sono tutti matti, in Italia nessuno balla il rock’n’ roll”. Quando alcuni di questi migranti tornavano, venivano spesso i giornalisti della Rai a registrarli perché loro parlavano il vero dialetto che nel frattempo si era perso.
L’Italia e il Cile sono due paesi lontani geograficamente ma vicini per molti aspetti. In ambito commerciale, secondo rilevazioni ISTAT, l’interscambio complessivo di beni ha raggiunto la cifra di 1.8 miliardi di euro. In che modo si sta evolvendo il rapporto commerciale tra i due Paesi?
C’è una crescita certamente, l’Italia ha un’economia molto forte, e notiamo una certa diversitá soprattutto se valutiamo le differenze di PIL anche in confronto alla densità demografica; nonostante ciò, lo scambio tra i due Paesi è sicuramente attivo. Soprattutto sul versante delle importazioni verso il Cile. Grande importanza va data, però, alle riserve di litio che il Cile possiede e, in ottica futura, per l’Italia sarà un importante punto di riferimento. Per quanto riguarda le energie rinnovabili, il Cile di fatto ha un grande potenziale, penso all’energia solare che, al nord, potrebbe rifornire l’intera nazione. Al sud non dimentichiamo l’energia eolica, mentre al centro abbiamo quella geotermica. Il Cile dispone di tutto ciò che è necessario per quanto riguarda le energie rinnovabili.
Che ruolo geopolitico ha avuto storicamente il Cile nel contesto politico globale?
Storicamente il Cile è un paese che ha avuto, dal punto di vista geopolitico, esperienze inedite e penso che sarebbe giusto riconoscerlo, alcuni esperimenti risultano molto importanti anche per il resto del mondo, particolarmente per l’Europa e l’Italia, penso a quando nel 1938 ha governato una coalizione di centro sinistra, il “Fronte Popolare” che è durato più di 12 anni. Il periodo della presidenza di Salvador Allende, poi il colpo di stato con l’installazione del modello neoliberale. Tutte esperienze che in quegli anni furono seguite con molta attenzione dall’intera comunità internazionale con la consapevolezza che quello che stava accadendo in Cile era importante per l’intero assetto geopolitico mondiale, senza distinzione di destra e sinistra.
Come Ambasciatore quali sono i primissimi progetti che intende portare avanti? Ci sono eventi in calendario?
Innanzitutto, valorizzare e promuovere con Convegni e collaborazioni con le Università il rapporto incredibile che c’è fra il Cile, l’Europa e l’Italia. Per spiegare questo rapporto, penso ad esempio agli unici tre Paesi che hanno avuto un governo di Fronte Popolare: Spagna, Francia e Cile. Bisogna domandarsi il perché. Una riflessione sopra il Cile e la sua storia dovrebbe interessare l’intera comunità accademica.
Sotto l’aspetto culturale prevediamo molti eventi in occasione del centenario della pubblicazione di Venti poesie d’amore e una canzone disperata di Pablo Neruda. Il rapporto di Neruda con l’Italia sappiamo bene quanto è stato speciale; in merito a ciò ci saranno eventi in tutta la penisola: Roma, Verona, Torino, Milano e Napoli.
Come dicevo, siamo molto interessati all’intercambio accademico ma anche al terziario con particolare attenzione al settore delle energie rinnovabili. Intensificare anche il rapporto di collaborazione scientifica nell’ambito delle biotecnologie, un rapporto nato nell’era Covid e che si è rivelato incredibilmente proficuo. Il Cile è anche un importante riferimento per quanto concerne l’aspetto satellitare o ancora nel campo della predizione di eventi sismici e vulcanologici. Siamo qui per far sì che il rapporto tra Italia e Cile continui a essere sempre più prolifico.