Siria: Parigi pubblica i suoi documenti, Assad minaccia la Francia

In un clima di totale incertezza sull’opportunità di un intervento militare in Siria, il governo francese ha diffuso, lunedì 2 settembre, una serie di documenti attribuendo al regime di Bachar Al-Assad la responsabilità dell’attacco chimico del 21 agosto, a Damasco evento che ha scatenato la mobilitazione internazionale. A due giorni dal dibattito senza voto al Parlamento francese l’esecutivo cerca a tutti i costi di convincere l’opinione pubblica della necessità di “punire” Damasco.
Il governo francese ha declassificato una nota confidenziale redatta congiuntamente dalla Direzione generale della sicurezza esterna e la Direzione dei servizi militari che sono formali: l’attacco del 21 agosto è stato perpetrato dal regime di Assad e dal suo clan, “gli unici abilitati a dare l’ordine di utilizzare armi chimiche”. Secondo il documento, si tratta infatti di “un attacco coordinato con mezzi di cui i ribelli non dispongono”.
I servizi segreti francesi stimano che l’attacco abbia prodotto la morte di 281 persone, qualificando questo evento come “il caso maggiore di sicurezza francese e mondiale”, puntando il dito sui rischi di proliferazione delle armi di distruzione di massa.
Per valorizzare le loro prove, i servizi francesi si appoggiano sostanzialmente su cinque elementi. Le immagini in loro possesso mostrano che le zone coinvolte erano presiedute dai ribelli e si trovavano in zone sotto l’influenza del regime. L’utilizzo di missili “presumibilmente di produzione industriale” esclude l’ipotesi che sia stato condotto dai ribelli. Infine, il regime ha bombardato la zona intensamente, dopo l’attacco, con una volontà di cancellare le tracce.
La nota di questo materiale evoca ugualmente il carattere corposo del programma chimico siriano, e torna su tre casi di utilizzo di armi chimiche da parte del regime negli ultimi mesi. “Con più di mille tonnellate di agenti chimici di guerra, Damasco detiene uno dei nodi operativi più importanti del mondo, senza prospettive di distruzione programmata”, spiega la nota.
Alla fine del mese di maggio, fu riportato un attacco chimico sul fronte di Jobar, all’ingresso della capitale siriana. Un mese dopo, il risultato delle analisi dei campioni prelevati sul luogo confermarono l’utilizzo di armi chimiche da parte del governo siriano durante i mesi di aprile e di maggio sulle linee del fronte di Jobar. Un verdetto oggi confermato proprio dal materiale dei servizi segreti francesi.
Il ministro della Difesa francese ha pubblicato online lunedì sera sei video “autentici”, che dimostrano i sintomi dell’operato chimico sul territorio. Il video svela l’orrore di corpi tra i quali anche molti bambini. Altri video provenienti dai medici che operano sul campo, denunciano il peso di una situazione insostenibile da tempo. Queste sequenze sono state utilizzate per indagare a distanza.
La pubblicazione di questi diversi elementi da parte del governo francese sembravano incarnare la risposta alle anticipazioni del Presidente siriano che aveva dichiarato: “Chiunque accusa deve fornire delle prove, Obama e Hollande sono stati incapaci di fronte al loro popolo di provare ciò che sostenevano”. Assad ha prevenuto che contribuendo al “rinforzamento finanziario e militare dei terroristi”, Parigi era diventata nemico di Damasco, mettendo in guardia il paese contro “ripercussioni, negative ovviamente, per gli interessi della Francia”. Assad ha inoltre dichiarato che: “Il medio Oriente è un barile di polvere, e il fuoco si avvicina oggi. Non si può parlare della risposta siriana, ma di quello che potrà prodursi dopo il primo colpo. Ora, nessuno può sapere ciò che accadrà. Tutto il mondo perderà il controllo della situazione, mentre il barile di polvere esploderà Il caos e l’estremismo si espanderà. Il rischio di una guerra regionale esiste”.
Venerdì, l’amministrazione Americana ha reso pubblico un rapporto simile, stimando “una forte incertezza sulla responsabilità del regime di Damasco nell’attacco. Il segretario di Stato John Kerry, ha evocato un bilancio di 1 249 vittime, tra i quali 426 bambini. Le ONG riferiscono dai 355 ai 585 morti, mentre l’Esercito siriano libero ne ha contate 1 845.
di Manuel Giannantonio
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3 settembre 2013