La Cina mette nel mirino l’Asia Centrale

Per anni regione contesa tra Stati Uniti e Russia, attualmente l’Asia Centrale sembra parlare economicamente sempre più cinese rispetto a russo ed inglese
La prossima visita del presidente cinese Xi Jinping in Asia Centrale prevista dal 3 al 13 settembre 2013 conferma l’innovativo processo diplomatico avviato da Pechino che, grazie ad una politica incentrata sul business e sul pragmatismo, sta rendendo la Cina il partner preferito per molti di quei paesi i cui progetti energetici e infrastrutturali hanno visto la riluttanza dell’Occidente negli investimenti.
L’agenda del presidente cinese nei dieci giorni in Asia Centrale è ricca di incontri: oltre al meeting del G20 previsto il 5 e 6 settembre a San Pietroburgo, il leader cinese parteciperà al summit della Shanghai Cooperation Organization (SCO) che si terrà il 13 settembre a Bishkek dopo aver visitato il Kazakhstan, dove parlerà di fronte agli studenti dell’Università Nazarbayev circa la politica estera cinese, il Turkmenistan e l’Uzbekistan. Oltre agli incontri previsti con i rispettivi capi di stato e leader politici dei paesi centro asiatici, Xi Kinping avrà un meeting separato con i leader degli otto paesi più industrializzati al mondo ed il gruppo dei BRIC composto oltre che dalla Cina da Russia, India e Brasile.
Secondo quanto dichiarato dal Vice Ministro degli Esteri cinese Li Baodong, durante il G20 di San Pietroburgo il presidente cinese avanzerà la proposta di riformare il Fondo Monetario Internazionale (IMF) prestando particolare attenzione al sistema di rappresentanza dei paesi ed all’organizzazione del diritto al voto. Se l’incontro del G20 sarà dominato dalla crisi siriana e dalle tematiche inerenti la politica e l’economia, a Bishkek il 13 settembre l’attenzione verrà invece posta sul problema della sicurezza in Afghanistan dopo il ritiro delle truppe ISAF previsto per il 2014, mentre le diverse riunioni con i capi di stato ed i ministri dei paesi centro asiatici avranno come argomento principale quello dello sviluppo dell’economia e delle infrastrutture. Il problema della sicurezza dell’Afghanistan è collegato direttamente al problema di stabilità e sicurezza interna della Cina che negli ultimi tempi ha visto un’escalation di tensioni e di attività dei militanti Uyghur nello Xinjiang, quindi, per arginare questo fenomeno e per evitare ulteriori contatti tra le forze uyghur ed i talebani, la Cina potrebbe supportare la candidatura del Pakistan all’interno dello SCO estendendo quindi la sua influenza sullo stato e sulla leadership pakistana.
Il viaggio di Xi Jinping dimostra l’orientamento internazionale della Cina, paese che ha fatto del commercio bilaterale una sua chiave di successo unita con la possibilità di accedere alle risorse naturali e lavorarle per fornire al mercato un prodotto finito. Partendo quindi dal concetto di produzione grazie allo sfruttamento delle materie prime altrui, attualmente la Cina ha direzionato il proprio interesse sull’attività di finanziamento ed investimento nei progetti energetici e di realizzazione di infrastrutture. L’ascesa della Cina in paesi come quelli dell’Asia Centrale non è dovuta solo ai soldi elargiti per finanziare i diversi progetti, ma anche alla volontà di Pechino di non interferire nelle dinamiche di politica interna degli stati, in special modo quelle inerenti i diritti umani, fattore che rende il paese asiatico molto differente da quelli occidentali ed un partner ideale.
Il recente andamento lento dell’economia cinese non implica, come notato dagli esperti, un rallentamento o una diminuzione degli investimenti di Pechino in Asia Centrale, anzi è auspicabile la volontà della Repubblica Popolare cinese di intensificare i rapporti ed aumentare i finanziamenti ed il supporto economico ai vicini stati centro asiatici perché grazie ad un miglioramento delle infrastrutture la Cina potrà assicurarsi un mercato maggiormente ricettivo ai propri prodotti e partner commerciali alternativi all’Europa.
Appare quindi evidente di come l’Asia Centrale sia divenuta un’area di diretto interesse per la Cina e quindi teatro del prossimo “scontro” con la Russia, nazione che ha da sempre palesato il suo interesse per i territori appartenenti all’ex Unione Sovietica cercando di esercitare la propria influenza grazie alle basi militari nella regione centro asiatica, al supporto economico ed al retaggio di natura storica, e con gli Stati Uniti che, seppur in procinto di abbandonare l’Afghanistan nel 2014, sembra inverosimile che possano definitivamente rinunciare ad una regione così importante dal punto di vista commerciale, strategico ed economico come l’Asia Centrale.
Giuliano Bifolchi
3 settembre 2013