Stati Uniti: dopo il “Datagate” l’intelligence americana pubblicherà un rapporto annuale
Il dirigente di 16 agenzie d’intelligence americane, James Clapper, ha dichiarato la sua intenzione di pubblicare ogni anno un reso conto “generale” delle attività di sorveglianza telefonica, al centro di una polemica decisamente “scottante” dopo le rivelazioni di Edward Snowden nel Datagate.
In seguito alle informazioni divulgate dall’ex consulente dell’Agenzia di sicurezza nazionale (NSA) sull’ampiezza del programma di sorveglianza delle comunicazioni da parte degli Stati Uniti, il Presidente Barack Obama promise il 9 agosto una “maggiore trasparenza”.
“In questo contesto, il direttore nazionale dell’intelligence (DNI) ha deciso, in accordo con la comunità internazionale, che saranno pubblicate su una base annuale le informazioni generali” su alcuni elementi dei programmi di sorveglianza, ha affermato in un comunicato.
Il numero d’ordine di sorveglianza così come il numero di obiettivi di questi ordini saranno resi di pubblico dominio, soprattutto gli ordini conferiti agli operatori della rete adibiti a fornire ai servizi dell’intelligence americana dati relativi alle loro attività online nell’ambito della lotta al terrorismo.
Sostanzialmente, il DNI s’impegna a rendere noto il numero di “lettere di sicurezza nazionale” ideate nel corso degli ultimi 12 mesi. Queste “lettere” sono dei requisiti fatti a un’organizzazione (operatore telefonico o banca per esempio) alfine di consegnarla ai servizi segreti, senza dirlo a nessuno. “La nostra capacità di discutere delle attività è limitata dalla necessità di proteggere le fonti e i metodi dei servizi segreti” rischiando “di favorire i nostri nemici nell’evitare di essere intercettati” da questi programmi di sorveglianza ha dichiarato James Clapper nel comunicato.
Tra le misure annunciate il 9 agosto dal Presidente Obama come il rinforzamento della supervisione della Corte di sorveglianza dell’intelligence straniera (la FISC), un tribunale segreto composto da 11 giudici che autorizza la NSA a reclamare agli operatori telefonici tutti i dati dei loro clienti.
Indubbiamente la questione si fa complicata. Dover divulgare le proprie procedure per la NSA può senz’atro risultare controproducente ma questo è il prezzo da pagare per riappropriarsi della fiducia di un intero popolo che dopo le scoperte di Snowden non si sente più tutelato a dovere ma piuttosto invaso nella privacy.
di Manuel Giannantonio
(Twitter @ManuManuelg85)
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31 agosto 2013