Siria: possibile attacco Usa-Gb a partire da domani. Damasco: ‘pronti a contrattacare Israele’
Secondo il Wall Street Journal ci sono le prove dell’uso di armi chimiche da parte del governo di Assad e la rinnovata alleanza fra il presidente americano, Barack Obama, ed il premier britannico, David Cameron, potrebbe accelerare i tempi per un attacco lampo in Siria.
Già da domani, secondo molti media statunitensi, potrebbe cominciare un attacco missilistico di 48 ore rivolto alle principali basi militari siriane. I bunker dove sono conservate le armi chimiche non saranno invece presi di mira per evitare crisi umanitarie ed ambientali.
Dura la risposta del governo di Assad che ha negato l’uso di sostanze tossiche per tutto il periodo della rivolta, ovvero da oltre due anni. Inoltre una fonte anonima appartenente alle forze militari armate siriane ha stamani dichiarato all’agenzia iraniana Fars, vicina al Corpo d’elite dei Pasdaran, che: «se Damasco viene attaccata, anche Tel Aviv verrà presa di mira e una vera guerra contro la Siria produrrà una licenza per attaccare Israele. Siamo sicuri – ha aggiunto il militare siriano – che se la Siria è attaccata anche Israele sarà messo a fuoco e un simile attacco impegnerà i vicini della Siria».
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha affermato che lo stato di Israele è pronto per ogni scenario. Nel caso di rappresaglie del regime di Damasco, ha aggiunto Netanyahu, contro lo stato ebraico a seguito di un eventuale attacco missilistico a guida Usa, i militari risponderanno con la forza.
La questione è quindi molto delicata e potrebbe portare ad un escalation in grado di far diventare, come ha ricordato ieri il ministro degli esteri italiano Emma Bonino, questo conflitto da internazionale a mondiale.
Cautela e tempo è stato chiesto anche dall’Onu, i cui ispettori stanno proseguendo le ricerche per capire se il governo abbia o meno usato armi chimiche contro la popolazione. Lo stesso Segretario Onu, Ban Ki Moon, ha chiesto pazienza e volontà da parte di tutte le nazioni coinvolte nel trovare una soluzione diplomatica e non militare.
Le prove in possesso degli Usa, di cui vi parlavamo ad inizio articolo, rese note dal Wall Street Journal, non sono state fornite dalla missione Onu ma dal servizio di spionaggio israeliano. Si tratta di immagini satellitari e intercettazioni telefoniche che proverebbero la colpevolezza di Assad.
L’equilibrio fra le potenze mondiali potrebbe cambiare drasticamente nel qual caso vengano prese decisioni precipitose e senza aver prima acquisito tutte le prove necessarie.
Enrico Ferdinandi
(@FerdinandiE)
28 agosto 2013