Strage in Egitto, gli elicotteri sparano sulla folla al Cairo. Presto intervento dell’Europa

Un nuovo bagno di sangue oggi in Egitto, che sprofonda sempre più verso la guerra civile senza confine, nonostante tutti i moniti di Usa, Europa e dell’intera comunità internazionale.
A piazza Ramses 80 morti e 40 ad Alessandria, ma i Fratelli Musulmani non si arrendono. E anche nel venerdì di preghiera, sacro per gli islamici, le stragi sono continuate ed è stato il ”giorno della collera”.
Il bilancio ufficiale parla di oltre 600 morti, ma nella realtà i morti sono molti, molti di più ed è destinato ad aumentare, fino a quando i sostenitori del deposto presidente Mohamed Morsi non cesseranno la loro battaglia.
Agghiaccianti le scene della furiosa battaglia, trasmesse a ripetizione dalle tv panarabe, dove si vedono chiaramente i cecchini, che sparano sui soccorritori mentre raccolgono i feriti, così come su giovani inermi anche se lontani dagli scontri e dalle barricate.
In tutto il Paese Fratelli musulmani gridano:“Gli assassini verranno giustiziati”. Il leader dei Fratelli musulmani, Mohamed el Badie, invita i suoi confratelli a “resistere, fino alla vittoria“.
Ma nelle prime ore del pomeriggio, le forze di sicurezza, hanno messo in atto le minacce aprendo il fuoco sui manifestanti e sono stati in tanti cadere a Ismailiya, poi a Tanta, Arish, Fayyoum, ma il tributo di sangue più alto lo ha pagato a Il Cairo.
Gli elicotteri militari, mentre i rivoltosi lanciavano pietre contro i carri armati che presidiavano la piazza e dato fuoco ad un commissariato, sorvolavano la piazza, anche a bassa quota, iniziando a sparare.
Sull’altro fronte si registrano pure delle vittime delle forze di sicurezza: oggi 24 morti che si aggiungono ai 43 agenti uccisi mercoledì.
Il governo provvisorio dice “Stiamo combattendo un complotto terroristico dei Fratelli musulmani”, invitando la popolazione a stare lontana dal centro, dove verrà ripristinato l’ordine con ogni mezzo“.
Nelle prossime ore, a seguito dell’escalation di violenze, potrebbe essere proclamata la legge marziale in tutto il Paese.
Se ciò avvenisse sarebbe come una dichiarazione di stato di guerra. Ora l’Europa, dopo il fallimento delle prime mediazioni, cerca di far fronte comune per fermare il bagno di sangue.
In queste ore i capi di stato di Francia, Italia, Germania e Gran Bretagna, si stanno consultando freneticamente per trovare un’intesa comune.
Il premier Enrico Letta, ha esortato a mettere in campo “subito un’iniziativa per l’immediata cessazione di ogni repressione e violenza”.
Mentre si sta organizzando una riunione straordinaria dei ministri degli Esteri dei 28, che potrebbero incontrarsi già la prossima settimana a Bruxelles, dove lunedì è già fissato un incontro tra gli ambasciatori dei Paesi membri.
Viva preoccupazione anche sul Mar Rosso e nelle altre località turistiche, con manifestazioni nel centro di Hurgada, che hanno lambito i resort turistici, dove ci sono 19 mila italiani, nonostante la Farnesina, al pari degli altri Paesi europei, sconsigli i viaggi in tutto il Paese.
Sebastiano Di Mauro
16 agosto 2013