Egitto: Il governo sta organizzando scontri contro i sostenitori di Morsi

I sostenitori del Presidente islamico Mohamed Morsi destituito recentemente, hanno invocato nuove manifestazioni in Egitto mentre le autorità si apprestano a distribuire alcune forze nelle piazze del Cairo. L’alleanza contro il colpo di Stato e per la democrazia, gruppo diretto principalmente dalla fratellanza musulmana, vuole organizzare “dieci marce” in tutta la capitale per “difendere la legittimità delle elezioni”.
Barricati con donne e bambini, i manifestanti reclamano da più di un mese il ritorno al potere del primo Presidente egiziano eletto democraticamente, arrestato dall’esercito il 3 luglio dopo le manifestazioni che reclamavano la sua partenza.
Il nuovo governo ad interim messo in atto dai militari dell’esercito, ha promesso delle elezioni per l’inizio del 2014, ma minaccia di sloggiare la folla dalle piazze Rabaa Al-Adawiya e Nahda al termine del ramadan. Alcune fonti vicine al governo e alla sicurezza, citate dall’agenzia internazionale Reuters, evocavano un intervento già da lunedì all’alba che tuttavia non si è verificato.
L’operazione è stata riportata in ragione di un grande numero di manifestanti che hanno intasato i siti che organizzavano le manifestazioni dopo l’annuncio di un intervento. In previsione di questa offensiva, i manifestanti hanno fortificato il loro campo e edificato delle barriere di protezione in legno, secondo Al Jazeera. Si sarebbero ugualmente procurati maschere a gas, occhiali protettivi e guanti.
I Fratelli musulmani, che ripetono quanto siano pacifiche le loro manifestazioni, reclamano la liberazione di Mohamed Morsi e dei principali dirigenti della confraternita arrestati dopo il 3 luglio, alcuni saranno processati il 25 agosto per omicidio e per la restaurazione del Presidente e della Costituzione sospesa. Il governo ad interim propone solo ai Fratelli musulmani di partecipare al processo elettorale. Nel frattempo, l’attuale governo accusa i Fratelli musulmani di essere dei “terroristi” e di aver fornito armi automatiche nelle piazze.
La comunità internazionale, l’Unione europea e gli Stati Uniti in testa, hanno moltiplicato i tentativi di mediazione negli ultimi dieci giorni. Temono un bagno di sangue: in un mese, più di 250 persone, sostanzialmente manifestanti pro-Morsi, sono stati uccisi negli scontri con le forze dell’ordine e i sostenitori del nuovo potere. L’Egitto è stretto in una vera e propria guerra civile che purtroppo non ha ancora finito di mietere vittime.
di Manuel Giannantonio
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12 agosto 2013