Siria: il governo smentisce un attacco contro Assad

Le autorità siriane hanno smentito giovedì qualsiasi attacco contro il Presidente Bachar al-Assad, dopo che i media hanno apertamente sostenuto il contrario denunciando un attacco nei confronti di un convoglio di Assad. E’ la prima volta che delle informazioni riferiscono un attacco condotto contro il Presidente dall’inizio del conflitto siriano.
“Circa le informazioni riportate da Al-Arabiya, posso assicurarvi che queste informazioni sono totalmente false”, ha affermato il ministro dell’informazione Omrane Al-Zohbi, intervistato dalla televisione di Stato. “Il Presidente è arrivato alla moschea guidando la sua stessa macchina, ha assistito alla preghiera e salutato tutte le persone della moschea come fa tutte le volte che incontra la sua gente”, ha dichiarato aggiungendo: “Le informazioni su un attacco sono “una proiezione dei sogni e delle illusioni di alcuni media e del governo che si nascondono dietro di loro”. Al-Arabyia è un canale finanziato dall’Arabia Saudita, uno dei principali sostenitori dei ribelli che tentano da più di due anni di far crollare il regime di Assad.
Il canale televisivo ha riportato di alcuni spari verso il convoglio di Assad nel settore di Malek nel centro di Damasco, in prossimità della moschea Anas Ben Malek dove si è tenuta la preghiera del Fitr in presenza del Presidente secondo le immagini trasmesse dalla televisione. L’Osservatorio siriano dei diritti dell’Uomo (OSDH) ha testimoniato di alcuni attacchi mortali giovedì mattina nella regione di Malki senza però fornire altri dettagli. Assad ha il suo appartamento e i suoi uffici a Malki, un settore dove le norme di sicurezza sono rigidissime.
Nonostante il paese sia avvolto dal sangue da più di due anni, la vita continua come se niente fosse per il Presidente Assad, che ha partecipato con calma alla preghiera dispensando sorrisi e strette di mano mentre le sue truppe continuano a combattere i ribelli che lottano per la caduta del suo regime.
L’Imam della moschea di Ouns Ben Malek ha addirittura esclamato alla fine della preghiera “Dio, accordate il successo al Presidente Assad per il bene del paese”. Il Presidente siriano è raramente protagonista di comparse in pubblico dall’inizio del conflitto. Dichiarandosi sicuro della vittoria del suo regime, si è recato il 1° agosto a Daraya, ex bastione ribelle nei pressi di Damasco, un raro spostamento lontano dalla capitale. Domenica ha riaffermato la sua determinazione nello “schiacciare” la ribellione. Più di 100 000 persone sono state uccise secondo l’ONU, nel conflitto in Siria, scatenatosi nel marzo del 2011 in seguito a una violenta manifestazione che reclamava la necessità di forze democratiche. Il regime imputa violenze a questi gruppi “terroristi” sostenuti dall’estero.
Manuel Giannantonio
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9 agosto 2013