Commercio mondiale: prime stime di chiusura 2022 e scenario 2023
In attesa dei dati ufficiali per l’intero 2022 dell’interscambio italiano ed europeo verso il resto del mondo, la società Export Planning ha elaborato una stima su dati Eurostat. Il quadro presenta dati in crescita dell’export europeo nel secondo semestre dello scorso anno in termini di fatturato (+17,7% sul 2021), performance migliore anche se confrontata con il consolidato del primo semestre 2022 (pari a +15,3%), ma in calo per volumi (in kg) del -3,4% sul 2021, tendenza già preannunciata dal dato del primo semestre (-1,2%).
Questo scostamento tra valori e quantità si spiega con il rialzo dei costi del prodotto finito, che hanno risentito dell’aumento delle materie prime e del ciclo produttivo, raddoppiando in alcuni casi il costo delle produzioni.
Se si analizzano i risultati settoriali delle esportazioni europee nel 2022 si registrano forti incrementi per le materie prime industriali con +313 miliardi di euro rispetto al 2021 e, in misura minore, per le materie prime naturali, con più 89 miliardi di euro. Significative sono state le performance di tutto il comparto salute con +106 miliardi di euro, prodotti chimici +70,4 miliardi di euro, mezzi di trasporto e per l’agricoltura +69 miliardi di euro, sistema moda +58 miliardi di euro e alimentari confezionati e bevande +49 miliardi di euro. Prestazioni più contenute si sono registrate nell’impiantistica industriale (+5,5 miliardi di euro) e macchinari (+7 miliardi).
È interessante osservare la graduatoria dei paesi europei esportatori, dove in testa troviamo i Paesi Bassi, notoriamente piattaforma logistica internazionale con un +28% rispetto all’anno precedente. Buono il risultato dell’Italia che, con +18,9%, si posiziona in vantaggio rispetto a Germania e Francia.
Proseguendo l’analisi di Export Planning sul posizionamento del nostro paese, essa indica sempre nel secondo semestre 2022 un export stimato in calo nelle quantità, ma con fatturati in crescita a 2 cifre percentuali grazie all’aumento dei valori unitari.
I numeri dicono che l’export Italiano di manufatti nel secondo semestre 2022 ha visto un +16,6% sullo stesso periodo dell’anno precedente, mentre come per il contesto EU anche nelle quantità vi è stato un moderato rallentamento della crescita del -2,6%.
Per tipo di industry nel 2022, quelle con performance decisamente migliori sono state: il sistema salute (+14 miliardi di euro), il sistema moda (+11,9 miliardi di euro), gli alimentari confezionati (+6,4 miliardi di euro). Sempre in segno positivo, ma più moderato, troviamo: i macchinari (+0.4 miliardi di euro), l’impiantistica industriale (+1 miliardi di euro), i prodotti per costruzioni (+1,5 miliardi di euro) ed il sistema casa (+2,2 miliardi di euro).
Fra i partner commerciali, che hanno aumentato le proprie importazioni dal nostro Paese, troviamo gli USA con +28,5%, il Belgio +32,5%, la Spagna +21,4%, la Francia +16,9% e la Germania +15%. Perdite a due numeri percentuali secondo i dati di Eurostat elaborati da Export Planning sono state registrate verso l’Ucraina -39,6%, Russia -25,5%, Nigeria -29,7% ed Egitto -11,1%.
Come sempre succede all’inizio di un nuovo anno, ci si chiede come si prospetta la tendenza. In questo caso lo scenario di previsione elaborato da Export Planning ha preso in considerazione il World Economic Outlook del FMI, secondo il quale lo scenario 2023 evidenzia una crescita della domanda mondiale nei valori (espressi in euro) compresa tra il 6% e il 9% per la gran parte dei settori merceologici, prevedendo una dinamica maggiore negli scambi mondiali per il sistema salute con +8,7%, gli strumenti ITC e servizi +8%, il sistema moda +7,9%, i prodotti per l’edilizia e costruzioni +7,8% ed il sistema casa +7,8%. Anche per il 2023 il settore dei macchinari è previsto avere un andamento meno dinamico, con una crescita comunque del 5,7%.
Per l’export italiano le previsioni per l’anno appena iniziato indicano una crescita complessiva in linea con la media mondiale, con i maggiori spunti provenienti da: sistema salute +9,5%, sistema moda +9,2%, food & beverage +8,4% ed elettrotecnica +7,2%; mentre le crescite più moderate dovrebbero caratterizzare l’export dei macchinari +3,5%, prodotti per edilizia e costruzioni +3,9% e mezzi di trasporto ed agricoltura +3,9%.
Ci troviamo comunque all’inizio dell’anno e solo con numeri reali alla mano potremo verificare quanto le previsioni siano state corrette o se variabili oggi note o non prevedibili, che negli ultimi tempi sono spesso intervenute a ribaltare le aspettative, incideranno sui risultati effettivi.