Russia: ll battaglione Azov è ora una “organizzazione terroristica”

Presentati come neonazisti o come eroi patriottici, in particolare durante la battaglia di Mariupol, i membri del battaglione Azov sono al centro di una guerra di propaganda tra Russia e Ucraina. Non sorprende che la Corte Suprema russa abbia appena dichiarato il battaglione una “organizzazione terroristica”, esponendo i suoi soldati a pesanti sanzioni.

Mosca – la Corte suprema russa ha classificato ieri il battaglione Azov ucraino come “organizzazione terroristica” e ne ha vietato le attività sul territorio della Federazione Russa, soddisfacendo una richiesta in tal senso avanzata dalla Procura generale. Questo battaglione, creato nel 2014 dalla frangia più dura dell’estrema destra ucraina, aveva originariamente 800 uomini. Secondo Kiev, da allora è stato rinforzato e integrato nell’esercito ucraino come battaglione Prima dello scoppio della guerra con la Russia, contava tra i 3.000 ei 5.000 uomini, non tutti neonazisti.
Parte dell’udienza si è svolta essenzialmente a porte chiuse, afferma il quotidiano online Gazeta.ru, a causa della “natura riservata” di alcuni documenti. Diversi “esperti” sono stati convocati davanti ai giudici della Suprema Corte. Non sorprende pertanto che le loro testimonianze abbiano messo in evidenza la natura “neo-nazista” e “terroristica” dell’organizzazione. Aleksandr Diukov, direttore della Fondazione per la memoria storica, ad esempio, ha presentato un documento intitolato “Neonazismo e terrorismo nell’ideologia e nell’attività del movimento Azov in Ucraina” e ha citato articoli dei fondatori del battaglione contenenti, secondo lui , segni di “estremo razzismo biologico”.
Diverse inchieste aperte in Russia
Secondo il codice penale russo, i membri di un’organizzazione terroristica rischiano tra i 10 ei 20 anni di carcere; i suoi leader, dai 15 ai 20 anni, specifica Gazeta.ru. Il quotidiano ricorda inoltre che in Russia sono già state avviate diverse azioni legali contro membri dell’Azov, per reati presumibilmente commessi in Ucraina. In particolare è stata aperta un’indagine per “l’omicidio di agenti di polizia a Mariupol”, città presa dall’esercito russo dopo pesanti combattimenti, e un’altra per il bombardamento di civili nel Donbass.
Visti dall’Ucraina, i membri del battaglione Azov si distinsero soprattutto nella disperata difesa della città di Mariupol contro i ben più numerosi e meglio equipaggiati invasori russi. Secondo i dati del ministero della Difesa russo, più di 2.000 di loro hanno accettato di arrendersi lo scorso maggio, dopo la caduta di Azovstal, l’acciaieria vicino a Mariupol dove si erano trincerati. Alcuni potrebbero essere stati scambiati con prigionieri russi, ma la maggior parte sono imprigionati nelle repubbliche separatiste del Donbass in attesa di un giudizio che le autorità russe vogliono essere “esemplare”.
Più di 50 di questi prigionieri sono stati uccisi quando le loro baracche sono esplose nella prigione di Olenivka nell’Ucraina orientale sotto il controllo russo, un massacro di cui russi e ucraini si incolpano a vicenda.