Caso Floyd. 22 anni e 6 mesi la condanna per l’ex poliziotto Chauvin

Lo scorso venerdì presso l’aula della Corte di Hennepin County a Minneapolis si è chiuso un cerchio, almeno dal punto di vista giudiziario, nella vicenda dell’omicidio del cittadino afroamericano George Floyd per mano del poliziotto Derek Chauvin.
A poco più di due mesi dalla condanna definitiva dell’ex poliziotto, occorsa il 20 aprile, per omicidio involontario di secondo grado, omicidio di terzo grado e omicidio colposo, il giudice ha condannato Chauvin a 22 anni e 6 mesi di reclusione.
Condanna severa che non soddisfa all’unanimità
La condanna è stata severa, ma non al massimo grado, dal momento che l’ex poliziotto rischiava fino a 40 anni di reclusione. Se da una parte la difesa e i parenti di Floyd nelle precedenti udienze avevano chiesto fosse applicata la massima pena, dall’altra i legali di Chauvin avevano cercato di smentire i risultati dell’autopsia e pochi giorni dopo il 20 aprile avevano fatto richiesta di ripetere nuovamente il processo perché secondo loro, le decisioni e i pareri espressi dalla giuria erano stati inficiati dalla portata mediatica del caso. La richiesta è stata rifiutata poco prima dell’udienza di condanna finale.
Ora, la grande paura dei familiari e degli attivisti è che Derek Chauvin alla fine dei conti possa scontare solamente un terzo della pena, ovvero 15 anni, dal momento che la legge del Minnesota prevede una riduzione degli anni in caso di buona condotta.
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden ha dichiarato che il verdetto sembra essere appropriato, al netto del fatto che non sia a conoscenza di tutti gli elementi presi in considerazione dal giudice per la condanna.
Il processo
Durante il processo hanno preso la parola alcuni familiari di Floyd, fra cui i suoi fratelli e alcuni cugini. Bridgett, la sorella, ha dichiarato “La sentenza emessa oggi nei confronti dell’ufficiale di polizia di Minneapolis che ha ucciso mio fratello George Floyd mostra che le questioni relative alla brutalità della polizia vengono finalmente prese sul serio. Tuttavia, abbiamo una lunga strada da percorrere e molti cambiamenti da apportare prima che i neri si sentano finalmente trattati in modo equo e umano dalle forze dell’ordine in questo Paese”.
In seguito è intervenuta anche la mamma dell’ex poliziotto e per la prima volta ha parlato ai giudici anche Chauvin. L’imputato ha dichiarato: “[…] voglio esprimere le mie condoglianze alla famiglia Floyd. Ci saranno altre informazioni in futuro che potrebbero essere di interesse e spero possiate avere un po’ di tranquillità.” Durante la lettura del verdetto non ha dato a vedere alcuna reazione.
Nel leggere la condanna, il giudice Peter Chaill ci ha tenuto a sottolineare come “La mia decisione non è basata sulle emozioni, e non vuole inviare alcun messaggio.” Alla decisione ha dichiarato di aver allegato una memoria dei fatti di venti pagine.
Ad agosto è previsto invece il processo per gli altri tre agenti, Thomas Lane, J. Alexander Kueng e Tou Thao, che scono stati dichiarati colpevoli di aver facilitato con le loro azioni l’uccisione di George Floyd.