Cosa succede in Venezuela? Lo abbiamo chiesto a Marinellys Tremamunno

Il Venezuela sta attraversando una fase cruciale attraverso la quale sembra stia finalmente per uscire definitivamente dal regime dittatoriale di Maduro. Per fare chiarezza abbiamo fatto qualche domanda a Marinellys Tremamunno, giornalista italo venezuelana che ha lasciato il Venezuela nel 2009 proprio a causa dell’inevitabile tracollo politico ed economico.
La rivolta della popolazione contro Maduro è da attribuire maggiormente alle scelte autoritarie del presidente o all’attuale situazione economica?
Sicuramente entrambi i fattori giocano un ruolo fondamentale nel malcontento della popolazione, ma ciò che maggiormente sta portando il popolo venezuelano alla rivolta è sicuramente la condizione economica disastrosa. Le persone sono affamate, non riescono a reperire il cibo o le medicine, moltissime scappano ed altre muoiono. Adesso finalmente il popolo ha una via d’uscita costituzionale: secondo l’articolo 233 se non vi è un presidente democraticamente eletto, il presidente del parlamento deve prendere il potere provvisoriamente per indire nuove elezioni libere.
Secondo te qual è stata la causa principale della crisi economica e gli errori nella sua gestione da parte di Maduro?
Il processo della crisi economica ha una lunga storia che parte da Hugo Chavez e perdura da 20 anni conditi da scelte errate che hanno distrutto la nostra economia: basti pensare che da esportatori di petrolio siamo ad oggi diventati importatori di benzina. Ad oggi il sistema produce il 15% di petrolio che veniva prodotto vent’anni fa, quando si insediò Chavez, il quale ha portato avanti nel tempo una politica caratterizzata da persecuzioni ed espropriazioni delle attività petrolifere andando così a minare un sistema fertile. Come se ciò non bastasse vi sono numerose organizzazioni criminali, peraltro sostenute dal governo stesso, che gestiscono il mercato nero al quale il popolo è costretto a rivolgersi per il reperimento di qualsiasi bene, anche di prima necessità. L’inflazione l’anno scorso è arrivata ad 1.000.000%, ma le previsioni per l’anno seguente calcolano che potrà arrivare addirittura al 100.000.000%. Maduro ha comunque raccolto un paese che andava verso il tracollo, ma la sua impreparazione e la sua incapacità totale non hanno fatto altro che peggiorare la situazione economica, mentre dal punto di vista politico ha varato norme sempre più autoritarie per mantenere il controllo sulla popolazione. Proprio per questi due motivi ho deciso di abbandonare il paese nel 2009, consapevole del fatto che il Venezuela fosse ormai compromesso.
Maduro ha annunciato, dopo il riconoscimento di Guaidó, che i diplomatici americani devono lasciare il paese. Potrà questa reazione portare ad uno scontro diretto con gli USA?
Gli USA sono divenuti adesso un nostro alleato importante e quando parlo di noi intendo il popolo venezuelano e “Spirito Democratico”, ovvero la maggioranza dell’opposizione. Ma non sono solo gli Stati Uniti, c’è un blocco globale che ci sta aiutando a liberarci di questo dittatore (Maduro, ndr). Per questo motivo è riduttivo parlare solamente degli USA, dobbiamo parlare di molti paesi europei, dell’America Latina e molti altri. La questione non è solamente “regionale”, ma tocca sia i paesi confinanti in modo diretto per via delle persone che stanno abbandonando la nazione, ma anche tutti gli altri legati al Venezuela economicamente ad esempi. Allo stesso modo c’è un altro blocco che sostiene invece Maduro, nel quale ritroviamo quei paesi in cui il terrorismo islamico è un elemento importante, oppure la Cina e la Russia. Dunque il Venezuela risulta un “problema” a livello mondiale e finalmente noi vediamo una speranza nella lotta al regime. Comunque quello che è stato fatto da Guaidó rispetta pienamente i valori della nostra costituzione, non è stato comandato da Trump o da altri. Noi a questo punto chiediamo che sia rispettata la Costituzione e che si smetta di trattare con un dittatore circondato da criminali.
C’è il rischio di un’ingerenza da parte degli USA negli ultimi risvolti politici del paese?
Io non penso che si possa parlare di un’ingerenza americana, perché come ho spiegato non si tratta solo delle relazioni con gli USA, ma con una compatta unità internazionale che si sta schierando dalla parte del popolo venezuelano. Per cui vedere la questione nella semplice dicotomia Maduro contro Trump è estremamente riduttivo. Noi, che da anni viviamo una situazione terrificante fatta da centinaia, anzi migliaia di morti e torturati, finalmente vediamo la luce in fondo al tunnel. C’è un regime assassino che tiene sotto scacco un’intera nazione e finalmente ci si accorge globalmente della gravità di una tale situazione.
Cosa dobbiamo aspettarci per i prossimi giorni da un paese in cui attualmente ci sono due presidenti? C’è l’ipotesi di una guerra civile che sarebbe disastrosa in una nazione in cui già da tempo scarseggiano cibo e medicinali?
In realtà non ci sono due presidenti, ce n’è uno solo, come garantito dalla nostra Costituzione ed è Juan Guaidó. Maduro è decaduto, poiché le elezioni non si sono svolte correttamente: sono state organizzate con sei mesi di anticipo e l’opposizione è stata totalmente esclusa. Maduro ha praticamente corso da solo e gli altri candidati erano sconosciuti agli occhi di tutti, non a caso sono stati scelti da Maduro stesso, una farsa totale, per questo il suo mandato è totalmente illegittimo. La Costituzione afferma che se il presidente non è democraticamente eletto il presidente del parlamento ha l’obbligo di indire nuove elezioni, per cui l’unico presidente attualmente è Guaidó.