Tunisia: Gli Americani resteranno nel paese

In linea di principio, gli Stati Uniti non hanno una base sul suolo tunisino, ma ci sono diverse indicazioni di una presenza militare duratura
TUNISI – “Sorveglianza di aree sensibili da parte di droni, uomini a terra, aiuti alla pianificazione militare: sono diversi gli elementi che indicano come gli americani abbiano stabilito una presenza militare sostenibile in Tunisia”, afferma il sito Middle East Eye prima di continuare: “Sia a terra che in volo, le forze del Comando americano per l’Africa (Africom) o delle forze speciali (Ussocom) continuano a parlarne, nonostante i molti sforzi profusi per nascondere le loro attività e il costante rifiuto da parte delle autorità tunisine di qualsiasi presenza straniera sul suo territorio”.
I redattori del sito web riportano che “alla fine di settembre 2018, la Tunisia ha ospitato un incontro che riunisce il personale del Comando americano per l’Africa e gli ufficiali dei servizi segreti militari di 13 paesi del Nord Africa, Sahel e l’Africa occidentale. Questo evento, inaugurato in Tunisia, segna un netto riavvicinamento tra Tunisi e la capitale federale americana su questioni di sicurezza e intelligence relative al Maghreb e alla sua profondità saheliana, due spazi in profonda ristrutturazione geopolitica soprattutto sul versante sicurezza”.
Il sito web tunisino cita un rapporto pubblicato dalla piattaforma dei veterani degli Stati Uniti, Task & Purpose, che menziona l’intervento militare diretto nel febbraio 2017 di un’unità di razziatori marini a fianco dell’esercito tunisino durante un’operazione contro il ramo locale di al-Qaeda nel Maghreb islamico (AQIM) e sostenuto dalle forze aeree marine.
Sarebbe un’evidente rottura con la storia tunisina e i fondamenti della diplomazia stabiliti fin dall’epoca di Bourguibian [Habib Bourguiba, fondatore della moderna Tunisia] mentre si rivelava un trofeo americano che segna la ricerca di riassicurazione in un ambiente complesso e dinamico”, ha detto il sito, che avverte: “È opportuno che le autorità tunisine comprendano bene le origini della geopolitica dello spazio saheliano e il gioco dei poteri in corso al fine di posizionarsi nel migliore dei loro interessi strategici”.