Economia: ripresa europea a rischio. Giappone ancora in recessione

“Lo slancio di crescita della zona euro si è indebolito durante l’estate e le recenti stime sono state riviste al ribasso. La ripresa è messa a rischio da disoccupazione alta, capacità produttiva inutilizzata e necessari aggiustamenti di bilancio”. Ad affermarlo è il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, in audizione al Parlamento europeo.
Il numero uno della Bce ribadisce la necessità di operare un significativo sforzo di riforma, imprescindibile per rimettere in moto l’economia europea: “C’è il bisogno urgente di impegni concreti a breve termine per riforme strutturali negli Stati membri, per l’applicazione del patto di Stabilità e crescita, per una politica di bilancio aggregata per l’area dell’euro, e per una strategia comune sugli investimenti. I Paesi che crescono di più sono quelli in cui alcune riforme strutturali sono state già attuate. Il 2015 deve essere l’anno in cui tutti governi e istituzioni della zona euro devono varare una strategia comune coerente per rimettere in marcia le nostre economie”.
Con riferimento all’azione della Bce, che ha portato il costo del denaro al minimo storico, ha lanciato le aste di liquidità Tltro e avviato un piano d’acquisto di Abs e obbligazioni garantite straordinari, Draghi precisa che cominciano ad essere tangibili i primi effetti positivi, sebbene persista una situazione dove la politica monetaria accomodante non riesce a raggiungere in modo sufficiente l’economia reale, dal momento che il mercato del credito in alcune parti dell’Eurozona risulta essere ancora squilibrato, mostrando dei segnali di ripresa alquanto timidi.
Non è migliore la situazione in Asia, dove il Giappone scivola nuovamente in recessione. Il Prodotto interno lordo nipponico, infatti, è crollato nel terzo trimestre dell’anno in corso, facendo registrare una flessione dello 0,4% sul periodo precedente e dell’1,6% sul 2013, dopo il calo pari all’1,9% fatto registrare nel secondo trimestre. Una contrazione controcorrente rispetto le stime iniziali, che anzi avevano previsto una crescita dello 0,5% su mese e del 2% su base annua.
Giuseppe Ferrara
18 novembre 2014