Mostri Sacri: ricordo e gratitudine

Mostri Sacri di Miro Silvera, grande protagonista e interprete di un periodo unico, è uscito postumo ad ottobre 2022 per FVE Editori.
É un libro prezioso non solo per chi ama il teatro, in particolare quello milanese, ma per chi si vuole tuffare nel piccolo mondo di grandi personaggi che hanno reso unica Milano nella grande temperie culturale che va dagli anni 50 agli anni 70. Tutto è raccontato con dolcezza, tenerezza, affetto, senza malinconia o tristezza.
Sono pagine di miracolosi intrecci, coincidenze, compagni di strada di un’epoca fatta di storie personali, diventate Storia. Dove i giovani hanno cambiato “il mondo” con la cultura.
Paolo Grassi non ha ancora 28 anni quando, nel 1947, fonda e dirige con Giorgio Strehler di 26, il Piccolo Teatro. Il primo teatro stabile ed ente comunale di prosa in Italia, è infatti pensato per essere un centro propulsore oltre che di cultura, di impegno sociale, coscienza etica, crescita civica.
Le vite sfilano in uno sfarfallio di volti, alcuni personaggi sono evocati con pennellate “scapigliate” che permettono alla fantasia del lettore di completarli, le strade del centro di Milano sono colte e borghesi, ricche di librerie e negozi di antiquariato, sullo sfondo di un’Italia che si porta dietro tante memorie, anche belliche. Tante le lettere, le foto, i ricordi contenuti nel libro.
Nina Vinchi, Ornella Vanoni, Milva, Giangiacomo Feltrinelli con la sua Inge, Giosetta Fioroni, Gadda, Parise, Elio Vittorini. E ancora Piscator, Valentino Bompiani, Mario Schifano l’irruzione del Living Theatre, fondato da Judith Malina, allieva di Piscator, e Julian Beck, superato poi qualche anno dopo dal teatro di Carmelo Bene. Ci sono anche Moravia, poco generoso di cuore, invidioso di Bassani e Pasolini ascesi alla gloria senza aver sofferto per conquistarla, Andrée Ruth Shammah, Franco Parenti, Maurizio Porro, Franco Quadri, la coppia storica di Nanda Pivano e Ettore Sottsass e tanti altri.

Un momento magico, attraversato da una febbre culturale oggi inesistente, pieno di energia creativa e spazio per coltivare i sogni che Miro Silvera (1942-2022), ebreo, nato ad Aleppo e cresciuto a Milano, ha vissuto in pieno.
Si è occupato infatti di teatro, editoria e cinema collaborando col Piccolo Teatro dal 1964. È stato segretario degli Amici del Piccolo Teatro. Ha scritto per giornali e riviste di settore come “Sipario” e “Pianeta fresco”.
E’ stato tra i fondatori del Teatro Franco Parenti, che il 16 gennaio del 2023 compirà 50 anni. Scrittore, poeta, traduttore, critico cinematografico e letterario per le più importanti riviste e giornali (da “Vogue” a “L’Espresso”), è stato consulente per la narrativa straniera della Bompiani. Grande appassionato di astrologia, ha pubblicato, tra gli altri, L’ebreo narrante, Il prigioniero di Aleppo (finalista Premio Strega 1996), Il senso del dubbio e Il passeggero occidentale.
Questo libro, che la sensibilità della curatrice Chiara Palumbo e la volontà dell’editore Valentina Ferri non hanno voluto modificare neanche per migliorare la qualità fotografica di foto o documenti prodotti da Miro di modo che le sue parole restassero inalterate, rappresenta il suo “memoir”, ma non solo.
Mostri Sacri: la cultura ebraica del ricordo
La cultura ebraica è infatti la cultura del ricordo. Il comando del ricordo connesso al suo opposto, cioè al non dimenticare, è contenuto e ripetuto più volte nella Bibbia. E questi due imperativi, ricordare e narrare, equivalgono a rivivere.
In questo modo, ricordando e riscrivendo cioè ogni giorno il passato, si ha la possibilità di riflettere sullo stesso, imparare dallo stesso e essere grati per la crescita che è stata permessa.
Mostri Sacri è anche questo: una lettera di grande gratitudine per tutti i Mostri Sacri conosciuti in quel periodo.
In primo luogo per Paolo Grassi, grande maestro malgrado gli scontri di vedute dovute all’anagrafica e al suo, di Miro, gene anarchico generatore di diatribe insito nella sua “folle e sognante eredità ebraica”.
Con Paolo Grassi che insieme a Strehler lo aveva bocciato all’esame di entrata alla Scuola del Piccolo infatti è, inizialmente scontro e polemica. Ma poi il Direttore si trasforma in vero maestro, capace di insegnare a Silvera a definire se stesso.
Parole di gratitudine e vero affetto, sono riservate anche a Nanda Pivano, faro femminile intellettuale, amica di Pavese, Hemingway, Allen Ginsberg e dei poeti della beat generation che lei ha fatto conoscere all’Italia. Di lei, Miro scrive anche il dolore dovuto al tradimento e abbandono del marito Ettore Sottsass. Questa ormai anziana signora, che aveva vissuto nel cuore di grandi libertà e trasgredito con sacralità l’andar borghese, restava nel suo côté sentimentale, “una vecchia signora vittoriana”.
L’editore, Valentina Ferri, ringrazia per la pubblicazione Chiara Palumbo, la curatrice sensibile e attenta, i fratelli di Miro, Mosè e Leone Silvera, l’indispensabile Antonietta Magli, guida tra carte e manoscritti di Miro, Francesca Biancassi e Giorgio Ghiotti.