La leadership spiegata da Ulisse

La leadership qualità fondamentale per gestire la complessità. Ulisse parola di Leader è un libro di Enrico Cerni e di Giuseppe Zollo, che invita a rivisitare l’Odissea alla luce delle capacità e dei limiti di Ulisse. Se siamo d’accordo che Ulisse sia il prototipo di leader più celebrato dell’antichità ne discende che l’opera di Cerni e Zollo vuole essere un ancoraggio al mito e alla consuetudine che Omero ha strutturato nella sua opera.
Un libro complesso, evocativo, sensuale e formativo come pochi, anche per tutti i riferimenti bibliografici inseriti nel corso del testo, che rimandano alle opere di management e di pensiero critico e complesso, più importanti degli ultimi anni.
Gli autori indagano, dalla prospettiva della vita di Ulisse, la leadership e il management.
Solo un mito come Ulisse (un mito?) può avere a che fare con tanta umanità e tanta divinità allo stesso tempo. E in uno spazio e in un luogo – il nostro – che ha perso la significatività del tutto, ecco apparire un uomo che si confronta con la sua forza e la sua debolezza, che fa a pugni con gli amici e prova a dissimulare comportamenti autentici con i nemici e che si mette alla prova: davanti al fuoco, ai giganti, alle muse, alle voci incontrollate di universi non tanto fantastici o appartenenti al caos.
Leadership e management: questi sono i due temi principali del libro.
E la leadership di Ulisse si confronta con la vision, il purpose, la reputazione e la fiducia, con il potere e l’autonomia, con la cooperazione e l’apprendimento, con il cambiamento, l’innovazione la complessità.
Non c’è solo l’ignoto come elemento affascinante per l’epopea di Ulisse. C’è il disvelamento dell’essere dell’uomo moderno che Ulisse incarna a rendere questo libro un manuale si di management ma anche di vita quotidiana. Non che Omero non avesse in mente elementi speculativi: ma certo la sua analisi della realtà complessa arriva fino a noi, attraverso il libro di Cerno e Zollo, come un testo “di danza” che può aiutare a capire i passi segreti della vita.
Sono ventiquattro i libri omerici e ventiquattro sono i capitoli del libro “Ulisse, parola di leader”.
Omero è il coach di Ulisse, Ulisse è il coachee di Omero. Provocazione autentica, nel senso di dissimulazione animica. Nascosto fra le pieghe di un discorso a tratti mitologico ritroviamo l’essenza di un mondo che precedendoci ci ha formato, ma di cui non abbiamo memoria. Impossibile non citare la sezione Note inattese di un incontro, dove il Prof. Zollo ripercorre i passi di un incontro, quello con Cerno, tutto incentrato sulla complessità. E viene quindi spontaneo citare Mario Ceruti: “L’uomo odierno si trova in crisi cognitiva, che concerne il rapporto che intrattiene con se stesso e con la realtà. È una condizione paradossale. Viviamo in un mondo sempre più complesso, nel quale tutto è connesso e all’interno del quale, tuttavia, si producono drammatiche disgregazioni”. Sfido il lettore a spiegarmi l’iperbole che attraversa il suo pensiero leggendo questa ultima frase. Ecco perché il libro di Cerno e Zollo è necessario per accrescere la comprensione di un fatto che di per sé è impossibile da comprendere: la complessità. Continua Ceruti: “Domina un paradigma di semplificazione, che ci separa illusoriamente dalla natura, ci rinchiude nei confini nazionali, frammenta i saperi, irrigidisce le identità. Il successo di tale modello accresce le tendenze regressive e il rischio di catastrofi future”: ecco perché è importante non semplificare ma indagare la complessità, qualunque cosa rappresenti e qualunque cosa significhi.
E Cerno e Zollo ci danno una chiave di lettura innovativa, sapiente e allo stesso tempo interrogativa che serve anche a fermare la tentazione del breve termine che ci dovrebbe portare a rifuggire dalla semplificazione. Una volta c’era il decalogo: oggi non ci sono più regole. Come se fosse questa ulteriore giustificazione capace di spiegare la complessità. Ma come ci ricorda Cerni la complessità non va spiegata, ma va abitata. E come ci dicono gli autori nelle conclusioni “ventiquattro libri, uno all’ora per una intera giornata, oppure uno al giorno per quasi un mese. L’Odissea ti può accompagnare per il tempo che stabilisci tu anche per l’intera esistenz, se davvero lo desideri”. E come punto di partenza da compiere individualmente è un ritorno alle origini, un libro che è la storia ed è patrimonio della conoscenza condivisa di tutto l’Occidente.
Siamo coscienti che il tempo per la consapevolezza si affievolisce sempre di più: e pensiamo a quanto siano fortunati tutti gli studenti di Cerni e Zollo che possono condividere con questi due docenti di eccezione l’amore per la complessità.