Elad Lassry, l’utopica confusione visiva dell’arte contemporanea
Fino al 16 settembre è possibile visitare presso Il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, la prima mostra monografica dedicata al lavoro di Elad Lassry (1977, Tel Aviv; vive e lavora a Los Angeles), curata da Alessandro Rabottini. La mostra è stata promossa dal Comune di Milano e dal PAC stesso e rappresenta il più grande evento realizzato sull’opera dell’artista israeliano.
Il lavoro di Lassry si sviluppa sull’ubiquità dell’immagine nella società odierna e sulla possibilità di ricreare codici visivi e abitudini d’interpretazione. Lassry assembla nello stesso territorio artistico il ritratto, la natura morta e il paesaggio creando atmosfere scenografiche con cenni coreografici della Modern Dance: un’atmosfera quasi diabolica. Il lavoro di Elad Lassry presenta una forza visiva senza precedenti e si contraddistingue per un forte rigore concettuale.
All’inizio della sua carriera artistica Lassry utilizzava la fotografia e il film in 16 mm come tecniche espressive; la sua recente produzione invece include anche la scultura, l’architettura, il disegno e la performance sottolineando come un’artista possa evolvere le proprie tecniche e mezzi d’espressione costantemente.
Nelle fotografie di Elad Lassry i soggetti rappresentati sono apparentemente familiari, ma il modo in cui vengono ritratti crea un effetto ambiguo reso dalle pose artefatte e dalla natura che appare artificiale. La sua bravura nel scegliere i protagonisti dei suoi lavori è innegabile: donne perfette e senza anima, colori e forme che vengono calibrate in modo perfetto.
Il lavoro di Elad Lassry utilizza il silenzio: i suoi film sono muti e la perfezione dei suoi protagonisti riesce a bloccare per attimo la situazione che vuole raccontare in un sordo mutismo temporale.
L’artista inoltre utilizza una serie di stratagemmi che creano ulteriori ambiguità, come le corrispondenze cromatiche tra l’immagine e la sua cornice, che mutano l’immagine stessa in un oggetto che si avvicina alla scultura. Nel lavoro di Lassry tutto nell’opera coesiste in modo perfettamente orizzontale: non esiste nessuna gerarchia tra gli elementi, tutto convive in modo spontaneo e assolutamente senza compromessi.
Molto del lavoro dell’artista si basa sulla riflessione sull’atto del vedere, su come si guardano le immagini, proiettando significati che provengono in realtà dalla nostra esperienza di vita personale. Per Lassry l’inquadratura è un metodo di interpretazione dello spettatore, ecco perchè le sue opere non hanno una precisa interpretazione. Guardando i suoi lavori ci si chiede se Lassry abbia venduto la propria anima; l’artista passa dal concettuale, al realismo, al Neo-Pop senza troppo pentimento.
In questa mostra sono esposte opere a parete, quattro film, sculture e un’installazione realizzata appositamente per il PAC. Questa al Pac è la prima grande mostra personale italiana sull’artista; Lassry mischia i linguaggi della moda, della pubblicità e dell’arte contemporanea, creaando uno scenografico “realismo dell’inganno e dell’artefatto”.
Info:
ELAD LASSRY. Verso una nuova immagine
PAC – Milano,via Palestro, 14
Fino al 16. 09. 2012
Lucia Arezzo
6 luglio 2012