New Pep – Il quadro non è che un prodotto

Dopo più di 50 anni di distanza dalla Pop Art, un artista decide di ribaltarne i principi di base creando la New Pep, e la Galleria Famiglia Margini di Milano, via Simone d’Orsenigo n°6 lo rappresenta attraverso una mostra che cambierà il vostro modo di riconoscere l’oggetto d’arte. La Pop Art nasce come un’arte creata per il popolo, un’arte da consumare e utilizzare come un qualsiasi prodotto di consumo; stiamo parlando degli anni ’50-’60, anni in cui Andy Wharol iniziava una catena di montaggio dell’arte, attraverso l’utilizzo dei suoi ritratti seriali.
La sua Factory non era altro che una versione moderna della bottega d’artista rinascimentale, con Wharol si avvale la teoria della riproducibilità dell’opera d’arte, teoria che si basa su un’immagine vista più volte quindi diventata riconoscibile perché entrata nella mente collettiva. Durante gli anni della Pop Art artisti come Warhol, Oldenburg o Dine utilizzavano per le loro opere d’arte oggetti di largo consumo presi dagli scaffali di un supermercato o in un semplice fast food; tutto ciò portava ad una decontestualizzazione duchampiana, che aveva la facoltà di trasformare un prodotto di largo consumo in opera d’arte.
Quel prodotto poi veniva riproposto in chiave artistica con l’utilizzo di tecniche grafiche e pittoriche; l’arte dunque imitava il prodotto di largo consumo diventato quasi un’icona holliwoodiana. Oggi, dopo più di 50 anni, un artista come Pep Marchegiani ribalta i principi della Pop Art, capendo che per essere comunicativa l’immagine deve essere riproposta su supporti accessibili al il pubblico. Pep afferma: “Il messaggio è indubbiamente lo stesso, quello che cambia è la scelta del supporto sul quale produrlo. La differenza è nella tecnica”.
Nella sua arte è il prodotto stesso a farsi arte, non un dipinto o una scultura, ma è il prodotto stesso il messaggio. Nella produzione di Pep Marchegiani viene creata un’opera d’arte riproducibile e facilmente acquistabile; lo stile adottato è palesemente popular, essenziale e pubblicitario. Lo stesso Pep afferma:“… trovo che l’opera debba comunicare sui più disparati supporti e essere alla portata di tutti dal collezionista al collezionista”. Nelle sue opere si avverte una denuncia sociale, attraverso l’utilizzo di una formula ironica e polemica.
Con la stessa velocità di una pagina web, Marchegiani prende la notizia e la trasforma in un messaggio visivo, così nascono cicli di immagini che denunciano lo ‘sfruttamento’ umano, fisico e culturale, sul quale si fonda in realtà il profitto delle imprese. “Se penso al contenuto di un Big Mac – afferma l’artista – mi viene in mente di denunciarli per strage”.
Personaggi politici cambiano in personaggi manga o eroi dei cartoons, come Umberto Bossi, trasformato in Hello Kitty! “… Un essere umano pensa e comunica, il Bossi-Kitty esegue e si rompe, viene stampato su maglie ed è venduto grazie alla sua confezione con tanto di slogan sul ‘cell’hoddùro’…ha affermato l’artista.
Le tele di Pep hanno una forza comunicativa eccezionale, potremmo addirittura parlare di tendenza New Pep, poiché se la tela non è che un prodotto, la vera opera d’arte diventa la t-shirt o il jeans. Il percorso espositivo della mostra si basa su ritratti e caricature, magliette appese come fossero quadri, e cover per telefonini esposte su piedistalli, come se fossero delle importanti sculture greche. L’arte diventa l’oggetto d’uso quotidiano e l’opera non è più il pezzo da museo per eccellenza, ma diventa un oggetto riproducibile, un oggetto d’arte e d’uso allo stesso tempo, un oggetto che nasce in galleria per entrare immediatamente nel guardaroba della gente.
Come afferma Janet Wolff: “…. l’attività artistica intesa come genere di lavoro unico, con un prodotto anch’esso unico, addirittura trascendentale, è un’idea errata, basata su determinati sviluppi storici, generalizzata erroneamente ed erroneamente considerata essenziale alla natura dell’arte.”, quindi adesso a voi lettori chiedo: “ siete pronti ad un nuovo concetto di arte, agibile, pronto ed economico ? … a voi la risposta.
Info:
dal 27/4/2012 al 27/5/2012
Famiglia Margini, via Simone d’Orsenigo n°6 , Milano
Orari mostra:
dal martedì al giovedì dalle 14 alle 20, e su appuntamento.
Ingresso libero
Lucia Arezzo
27 aprile 2012