Le bevande coloniali. Argenti e salotti del Settecento italiano. Tè, caffè e cioccolato
In occasione dell’Expo 2015, la società organizzatrice Mosaico in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio, per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico per la Provincia di Arezzo, in collaborazione con il Comune di Arezzo e la Regione Toscana, propongono presso la prestigiosa sede della Basilica di San Francesco una mostra dedicata al tè, al caffè, al cioccolato, ossia a quelle bevande coloniali che dal Settecento in poi hanno influenzato gli usi e i costumi italiani. L’esposizione, curata da Paolo Torriti, attraverso una selezione di argenti, dipinti, stampe e antichi erbari settecenteschi, sulla storia e sulla diffusione in Italia delle succitate bevande, ha come scopo di porre l’attenzione sull’oreficeria, ed in specifico quella aretina, di fama internazionale.
Lo spettatore avrà occasione di ammirare, nel nucleo chiave della mostra, contenitori in argento, teiere, caffettiere e cioccolatiere fino ad arrivare a zuccheriere e cucchiaini, in una carrellata di marchi regionali che hanno caratterizzato l’Italia del Settecento, nella quale la moda rococò porta alla rivoluzione sociale ed estetica: ambienti più piccoli e più intimi fanno da scenario alle nuove mode, come quella del tè, del cioccolato, del caffè, bevande esotiche che rivoluzionano le abitudini di un Paese e delle famiglie che richiedono sempre con maggior insistenza suppellettili degne e di gusto per poter prendere parte a queste nuove usanze, a queste ricercate occasioni conviviali.
Ci mostrano le dinamiche di tali occasioni i dipinti esposti, provenienti da differenti enti museali; fra tutti sono degni di nota la Bottega del caffè veneziana, opera della cerchia di Piero Longhi, proveniente da Palazzo Leoni Montanari di Vicenza e una Sala del caffè romana, di Gaetano Piccini, in prestito dalla Galleria Nazionale d’Arte Antica in Palazzo Barberini a Roma. Ecco allora spiegate anche le credenze, le placche, la pala del confortato e scene di genere, che insieme ad alcuni strumenti musicali come il liuto e un teatrino, aiutano il visitatore a cogliere il contesto ed il clima dell’epoca.
Ma sarebbe errato ridurre il tutto a ciò. La mostra vuole essere anche un percorso oltre che storico e storicizzante, artistico ed estetico, un percorso sensoriale alla scoperta di queste bevande e ciò avviene anche grazie agli incontri di approfondimento che gireranno attorno all’esposizione. Ecco, quindi che il tè, una delle bevande più antiche, tanto che il suo uso documentato risale alla Cina del 2737 a.C , il caffè conosciuto fin dal 900 d.C. e ostacolato dalla chiesa per le sue caratteristiche eccitanti, la cioccolata utilizzata lavorata già tremila anni fa e portata in Europa da Colombo, anche se solo con Cortéz nel 1519 se ne ebbe una reale diffusione, divengono protagonisti quasi a sottolineare come ciò che è nuovo, esotico, diverso non sia necessariamente errato o banalmente eccentrico, ma possa costituire la base per la costituzione di una rivoluzione sociale in grado di migliorare o semplicemente stravolgere la nostra vita.
Scheda informativa:
Le bevande coloniali. Argenti e salotti del Settecento Italiano. Tè, caffè e cioccolato, fino al 31 ottobre 2015, Basilica di San Francesco ad Arezzo.
Orario: lunedì – venerdì 9 – 19, sabato 9 – 18,30, domenica 13 – 18,30.
Biglietti: Solo mostra: Biglietto intero: 6,00 €; Biglietto ridotto: 4,00 €; Biglietto Scuole: 3,00 €;
Basilica San Francesco + Mostra “Le Bevande Coloniali”, Intero: 11,00 € Ridotto: 8,00 €.
Giulia Jurinich
17 aprile 2015