Marina Abramović al Pac di Milano, con The Abramović Method
Dal 21 marzo al 10 giugno il PAC di Milano, in via Palestro 14, è il luogo scelto da Marina Abramović per il suo nuovo lavoro, il primo dopo la monumentale retrospettiva del 2010 al MoMA di New York.
L’attesissimo evento, promosso dall’Assessorato alla Cultura, Moda e Design del Comune di Milano, con il patrocinio del PAC Padiglione d’Arte Contemporanea e da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, è curato da Diego Sileo ed Eugenio Viola.
Marina Abramović è stata da sempre l’icona di tutte le forme espressive del corpo, essa è attualmente una dei protagonisti più affascinanti della nostra epoca, dalla cui storia artistica è imprescindibile dalla storia delle arti performative. Capostipite della performance dagli anni ’70, premiata con il Leone d’Oro alla Biennale del 1997, l’artista ha spesso messo in pericolo la sua incolumità, scavato nelle proprie angosce e paure, collegando l’arte alla vita stessa.
The Abramović Method nasce da una riflessione che l’artista ha sviluppato prendendone la radice dalle sue ultime tre performance: The House With the Ocean View (2002), Seven Easy Pieces (2005) e The Artist is Present (2010), esperienze che hanno segnato la sua metodologia lavorativa. Lei stessa afferma:“Nella mia esperienza, maturata in quaranta anni di carriera, sono arrivata alla conclusione che il pubblico gioca un ruolo molto importante, direi cruciale, nella performance, senza il pubblico, la performance non ha alcun senso perché, come sosteneva Duchamp, è il pubblico a completare l’opera d’arte. Nel caso della performance, direi che pubblico e performer non sono solo complementari, ma quasi inseparabili”.
Attraverso The Abramović Method sarà proprio il pubblico a vivere le “installazioni interattive” dell’artista; le opere con cui lo spettatore potrà interagire saranno impreziosite da minerali: quarzo, ametista, tormalina. Un percorso che muta gli spazi del PAC in un’esperienza fondata sul buio e sulla luce, sull’assenza e presenza.
Marina Abramović mette alla prova il pubblico anche nell’azione dell’osservazione: una serie di telescopi permetteranno ai visitatori di osservare coloro che si cimenteranno con le interactive installations. Questo metodo nasce dalla consapevolezza che l’atto performativo opera una trasformazione profonda in chi lo produce e nel pubblico che lo osserva; in una periodo in cui il tempo diventa un bene prezioso, Marina Abramović chiede al pubblico di vivere l’esperienza del “qui e ora”, in un atto performativo dove l’artista vive solo attraverso lo spettatore.
Lucia Arezzo
18 marzo 2012