Hotel Ritz: restauro per l’hotel parigino
Famoso lo è sempre stato ma da quando Lady Diana vi cenò con Dodi Al Fayed il 31 agosto 1997 nell’ultima sera della sua vita, un’impennata di celebrità l’ha avuta. L’Hotel Ritz “riceve” a Parigi in Place Vendôme, un salotto urbano creato dal 1687 al 1720 su progetto di Jules Hardouin Mansart, uno dei più famosi architetti di Luigi XIV.
Il nome si deve al duca di Vendôme che dalle finestre della sua casa poteva ammirare questo rigoroso spazio ottagonale circondato da palazzi oggi sedi di banche, ministeri, gioiellerie. L’albergo fu in origine casa privata costruita nella prima metà del secolo XVIII, nel 1854 fu acquistato dai fratelli Péreire che ne fecero la sede del loro Crédit Mobilier. La trasformazione in hotel nel 1898 si deve all’intraprendenza e alle tasche di César Ritz, il quale con il socio Auguste Escoffier ne fece uno degli alberghi più lussuosi al mondo, dal 1979 di proprietà dell’inconsolabile Mohamed Al Fayed. Per quanto le generalità dei VIP che vi soggiornarono siano sigillate nei registri della reception, qualche indiscrezione su di loro è trapelata, del resto sono stati proprio questi nomi a fornire una grandiosa e gratuita pubblicità: Marcel Proust, Rodolfo Valentino, Charlie Chaplin, Francis Scott Fitzgerald, Greta Garbo, Hernest Hemingway, Madonna, e principi e nababbi le cui vicende non hanno firmato alcuna storia.
ATMOSFERE RETRO’. Due o tre passi nella hall sono sufficienti a rievocare lo charme di Coco Chanel che al Ritz abitò più di trent’anni e vi morì nei suoi appartamenti personali il 10 gennaio 1971, dopo aver vestito les dames con i suoi intramontabili tailleurs. I damaschi dei divani, gli arabeschi dei tappeti, i cristalli dei lampadari, i velluti dei tendaggi, gli arazzi, le specchiere, gli stucchi concorrono tutti a creare quell’immagine di palazzo ben organizzato da César Ritz e mantenuto da Al Fayed. Perfino gli ascensori trasudano civetteria dai loro divanetti fioriti, manca solo qualche pagina appesa del “A la recherche du temps perdu”.
L’ESPADON. La sala da pranzo si affaccia sul giardino d’inverno. Qui i profumi si mescolano agli aromi di una cucina leggendaria mentre il vociare degli ospiti si annulla nel tintinnio sommesso delle porcellane e delle argenterie. La storia dell’Hotel Ritz e dei suoi celebri frequentatori è riflessa nei nomi dei dodici menù: Vendôme, Proust, Castellane, Hemingway, Cèsar Ritz, Coco Chanel, Windsor, Espadon, Versailles, Luois XV, Imperial ed Escoffier, la cui arte culinaria è ancora proposta nei corsi della scuola di gastronomia tenuta dagli chef dell’albergo. Si possono scegliere lezioni di 1, 3, 4 ore oppure si può frequentare il Master in Gastronomia Francese che dura 19 settimane; dopo aver seguito tutto il programma è possibile accedere a uno stage di 4 giorni nella cucina del Ritz.
RITZ CLUB. In un ambiente dannunziano, il longue-bar offre il confortante calore di un caminetto acceso nelle fredde serate parigine. Velluti rossi, moquette nelle tinte del bordeaux e verde oliva, statue femminili in ebano nero, flutes di champagne, soffuse abat-jours e musica soft offrono un cocktail di atmosfere indecise tra il romantico e l’erotico.
LA PISCINA. Bisogna attraversare boulevards di velluti e corridoi di specchi percorsi da valletti dall’impeccabili livree grigie con i bottoni dorati, per arrivare all’olimpica vasca. Al centro di un salone colonnato dalle pareti affrescate con delicati trompe-l’oeil che fingono balaustre e giardini, cespugli e ninfei, la piscina polilobata suggerisce l’oziosità delle antiche terme con tutti i confort della modernità.
BAR HEMINGWAY. Sugli alti sgabelli e sulle poltrone Chesterfield in verde cuoio capitonné riposano intellettuali, viaggiatori, attrici, stilisti con le loro top-model. Ma per quanti altisonanti cognomi si attardino in questo salotto in perfetto old-english-style, nessuno supererà la fama di chi vi ha dato il nome. Il volto scolpito nel marmo di Hernest Hemingway è vicino al bancone, dove lui trascorreva lunghe notti col bicchiere in mano a raccontare le sue guerre, le sue ferite e le sue cacce, prima di quell’ultimo sparo di fucile.
RESTYLING OBBLIGATORIO. L’hotel Ritz rimarrà aperto fino alla prossima estate, poi porte chiuse per 27 mesi. Per poter entrare nella categoria “Palace” dalla quale è stato escluso dal ministero del turismo francese, Mohamed Al Fayed non baderà a spese e rinnoverà tutto l’albergo per dargli un nuovo look all’altezza della grandeur française e introdurlo così tra i 5 stelle superlusso. Sarà costruito anche un tunnel di collegamento tra la hall e il parcheggio in modo che le stars possano entrarvi e uscirvi in incognito senza l’assedio di quei paparazzi che causarono la morte di Dody e Lady Diana.
Cinzia Albertoni
3 marzo 2012