Rastafarianesimo
Il Rastafarianesimo: moda, cultura, religione e politica. Cerchiamo di fare luce.
Storia
Le radici di questa religione, risalgono al 1930 circa quando Hailé Selassié salì al trono di Etiopia; normale ciclo storico? Non proprio, gran parte della popolazione rivide in lui una speciale luce divina tanto forte da paragonarlo alla reincarnazione di Gesù Cristo. Ma il Rastafarianesimo non è solo una religione, è la branchia spirituale e religiosa del movimento nazionalista dell’etipioismo, tale movimento aveva come scopo primario quello di riunire tutte le popolazioni nere sotto la bandiera etiope così da porre fine alla schiavitù nera nel mondo. Nonostante la nascita di questa religione sia prettamente collegata all’Etiopia, il suo sviluppo e la sua divulgazione, almeno nei primi anni, è geograficamente riconducibile a popolazioni caraibiche (con molte probabilità influenzò molto la popolazione giamaicana).
La diffusione di questa religione deve molto alla musica reggae poiché grazie ad i suoi artisti, in particoare Bob Marley, i messaggi e gli insegnamenti del sacro libro Kebra Nagast vengono diffusi in tutto il mondo.
Le rivelazioni del Re al popolo rastafariano hanno concetti anche di natura politica: ugualianza dei diritti, ripudio della guerra, rifiuto di ogni tipo di tirannia o totalitarismo e autodeterminazione dei popoli.
Il movimento “rasta”, al suo interno, conta più linee di pensiero e quindi sono nati vari gruppi all’interno di esso. Il più numeroso è quello dei Twelve Tribes of Israel (corrente a cui appartaneva Bob Marley) mentre quello più radicale, estremista e razzista nei confronti delle altre etnie è il Nyabinghi.
Religione
La religione rastafariana affonda le sue radici nel cristianesimo ortodosso o meglio negli insegnamenti di Gesù: credono nella Trinità, nella resurrezione, nella vergine Maria, nell’immortalità dell’anima ma sopratutto nell’instaurazione di una regno terreno guidato dalla reincarnazione di Gesù prima della fine del mondo quindi il nuovo regno guidato allora da Hailé Selassié rappresenta la Nuova Gerusalemme.
Non è assolutamente in conflitto con le altre religioni ma per la completa accettazione delle altre culture religiose, rivendicando però il primato del Rastafarianesimo su tutte.
Reggae e dreads
I dreads, e non i “rasta” come comunemente vengono chiamati, sono la capigliatura che contraddistingue il movimento rastafariano (sopratutto quello giamaicano), naturalmente tale capigliatura ha un significato ben preciso.
Lasciar crescere i propri capelli vuol dire dare continuità al rapporto uomo-natura e mantere la forza donata da Dio.
I dreads solitamente vengono portati in un cappello, con colori della bandiera etiope e non giamaicana, denominato “tam”.
Musicalmente la cultura rastafariana è da sempre accostata al genere reggae, nato nel 1968 ma associato solo nel 1972 al movimento rastafariano anche grazie alla figura di Bob Marley, promotore in alcuni suoi testi della cultura rasta, inutile dire che la diffusione di tale linea di pensiero aumentò in maniera smisurata.
Altro elemento della cultura rastafariana è l’uso della marijuana come elemento naturale e medicinale per la meditazione e la preghiera questo poiché si sostiene che la ganja, così chamata in lingua creolo giamaicana, fiorì vicino alla tomba di Re Salomone, il re saggio.
Lorenzo Bruno
10 agosto 2014