Fabbri di nuove rotte
Dopo la masnada di virologi durante il Covid, abbiamo assistito, grazie anche a Putin e la relativa guerra in Ucraina, ad un velocissimo proliferare di: inviati di guerra, analisti, islamisti, esperti d’intelligence nazionale e mondiale, complottisti, storici e la lista potrebbe continuare per altre quattro/cinque righe.
L’editoria tutta chiaramente ringrazia, serviva dare una scossa al mercato e quindi l’operazione giusta da fare era far scrivere libri praticamente a cani e porci (un giorno capiremo come un inviato di guerra in Sud America possa diventare esperto in Medio Oriente in qualche mese…mysterium fidei), risultato?
Scaffali nelle librerie pieni di opinabili libri su Russia e Medioriente, podcast di analisi sui conflitti, notizie completamente prive di fondamento storico ma frutto di studi alle volte approssimativi alle volte così astratti da non capire se parliamo di guerra o di un Tolkien 2.0, ci sarebbe poi da approfondire meglio la questione “inviati di guerra” ma quello è un capitolo a sé stante.
Torniamo all’editoria e a quella disciplina chiamata geopolitica; per chi vuole affacciarsi adesso sull’argomento la situazione non è facile anzi personalmente lascerei perdere: siamo a ridosso del calciomercato di riparazione e l’asta del fantacalcio non si fa da sola, quindi, torna più utile un’analisi di bonus tra fantallenatori che una territoriale sulle ultime vicende belliche.
Fortunatamente l’editoria italiana qualcosa di buono ancora la partorisce e sarebbe un grave errore non dare merito ad un prodotto valido.
Geopolitica umana di Dario Fabbri, edito per Gribaudo, non è il libro del momento, è semplicemente il libro che serviva…Fabbri è esattamente ciò che la nostra cultura non vorrebbe ma che fa fatica ad escludere dalle voci di pensiero, è nel coro e stona ma lo fa così bene che ti sale il dubbio di chi tra le due parti sta leggendo male il pentagramma.
Nelle duecento e passa pagine di Fabbri il lettore non trova la chiave di lettura per capire precisamente la posizione dell’autore negli ultimi conflitti ma illustra abilmente gli strumenti del mestiere, le chiavi di lettura per un’analisi delle potenze mondiali in tredici capitoli; qualcuno è riuscito a farlo decentemente, Deo gratias!
La nozione accademica viene decostruita, spogliata dal superfluo e messa a nudo per ciò che realmente è: un dato puro, senza troppe riflessioni personali ma con nozioni storiche a supporto qui di Tolkien c’è poco, parlano i manuali di storia.
Geopolitica umana è analisi dei dati per la creazione del pensiero geopolitico personale, nozioni di metodica non ingabbiate in logiche universitarie…un libro necessario per non cadere nella trappola del pensiero prettamente accademico.
Non troverete chiarezza in Fabbri, troverete gli elementi chiave per navigare nel caotico mare della geopolitica.
La bussola c’è, ora sarà il lettore a tracciare le proprie rotte di pensiero.