Alberto Lisiero, l’Ammiraglio dello STIC

Cinque anni fa il mondo di Star Trek, e più in generale della fantascienza, subiva la perdita di un grande uomo.
Alberto Lisiero, meglio conosciuto come l’Ammiraglio, è stato fondatore, promotore e leader del più grande club di fantascienza italiano, lo Star Trek Italian Club (STIC).
Lisiero aveva fondato lo STIC nel 1982, insieme a un primo nucleo di appassionati di quella che allora era una serie poco nota in Italia. Negli anni molti dei fondatori erano andati per la loro strada, ma Lisiero aveva continuato a operare per il club e in generale per la diffusione di Star Trek e dei suoi valori. La rivista Inside Star Trek, le collaborazioni ai doppiaggi dei telefilm e dei film – inclusi gli ultimi – la direzione della rivista Inside Star Trek Magazine in edicola, l’organizzazione della Sticcon, che negli anni diventava una convention sempre più grande e di successo.
Sotto la guida sua e di sua moglie Gabriella Cordone, il club cresceva da un ristretto gruppo di appassionati a una grande realtà nazionale con migliaia di iscritti.
Rilevante anche l’attività, ancora insieme a Gabriella, come sceneggiatore per le collane a fumetti Bonelli, in particolare Nathan Never.
Noi di 2duerighe vogliamo ricordarlo con le parole di Samantha Cristoforetti, militare, aviatrice, astronauta, ingegnere italiana, e prima donna italiana negli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea.
Il 3 gennaio 2013, non appena appresa la notizia della scomparsa dell’Ammiraglio, Samantha scriveva:
“Ricordo che qualcuno mi disse che l’Ammiraglio dava maggiore considerazione ai soci con un numero di tessera inferiore a 1000. Non so se l’abbia mai detto davvero. Semmai in modo scherzoso, perché so che voleva bene a tutti i soci dello STIC. Però per un momento mi sentii importante, io che avevo in tasca la tessera “cinquecentoequalcosa”. Sicuramente ce l’ho ancora, tra i vari cimeli di infanzia e adolescenza. Non la vedo da anni, ma so che non l’avrei mai buttata. Così come sicuramente c’è ancora da qualche parte, incollata su un cartoncino rigido perché non si rovini, la brutta copia della mia lettera allo STIC, che iniziava: “sono un ragazza quattordicenne appassionata di Star Trek”.
Era il 1991 e l’avevo scritta dopo avere appreso per caso dell’esistenza dello STIC su un romanzo dell’universo Star Trek trovato (esperienza rarissima) nell’edicola del mio piccolo paese.
C’era tanta speranza in quella lettera: di trovare persone con la stessa passione, di avere accesso a materiale che allora in Italia era tanto difficile trovare, semplicemente di sentirmi meno strana.
La lettera di risposta dallo STIC mi aprì un mondo.
Incontrai Alberto per la prima volta alla STICCON di Arona. Era il 1995 e Star Trek in Italia continuava ad essere un fenomeno di nicchia. Nel frattempo ero stata per un anno un exchange student negli Stati Uniti, dove Star Trek era da sempre un cult. Avevo scoperto “Deep Space 9”, avevo visto “Generations” al cinema e “Caretaker” il giorno in cui fu trasmesso in TV per la prima volta. La mia “host mom” aveva capito che, per non rendere infelice la sua ragazza italiana, bisognava rispettare questi appuntamenti. Ero stata anche ad una delle grandi convention americane, ma amai l’esperienza di Arona molto di più. Aveva l’intimità di un gruppo piccolo e affiatato e la complicità di gente di frontiera. Sinceramente non ricordo se ebbi modo di scambiare qualche parola con l’Ammiraglio. Ricordo però nitidamente il grande affetto che aveva saputo meritarsi dalle persone che erano più attive nella vita del Club.
Andai anche alla STICCON del ’96 a Roma, prendendo un treno da Monaco di Baviera, dove frequentavo l’università. Quei treni notturni con le cuccette da sei, quando ancora viaggiare in treno era un piacere discreto, piuttosto che un incubo di suonerie di cellulari e conversazioni sguaiate. Star Trek nel frattempo era esploso anche in Italia e la convention era molto più grande.
Un po’ mi mancò quell’atmosfera raccolta di Arona.
Dopo di allora non ho mai più rivisto Alberto. Mi dicono che ci tenesse ad avermi come ospite ad una STICCON e infatti mi è giunto un invito. Ci verrò, è una promessa, appena gli impegni lo permetteranno.
Chissà se oggi farei l’astronauta senza Star Trek e la fantascienza. Chissà se avrei sentito con tanta forza il fascino dell’esplorazione spaziale senza quella mitica frase di apertura… l’antiquato “where no man has gone before” e il più moderno “where no one has gone before”. Forse senza Alberto (e Gabriella, e tanti altri) la mia passione per lo spazio si sarebbe spenta e altre cose avrebbero catturato la mia immaginazione. Forse ora farei qualcosa di altrettanto entusiasmante, e forse no. Certo sono contenta di averli incontrati sulla mia strada. Godspeed, Ammiraglio.”