Matrimoni gay, Grillo fa il Berlusconi e offende Bindi
Beppe Grillo attacca il Pd per le divisioni nell’assemblea dei democratici della giornata di ieri, che non ha potuto votare sull’argomento del matrimonio degli omosessuali, e lo fa a modo suo. «Sono favorevole al matrimonio tra persone dello stesso sesso. Ognuno deve poter vivere la propria vita con lui o lei tutelato dalla legge», scrive il leader del MoVimento 5 Stelle. Le dichiarazioni di Grillo, però, non si limitano a ciò, ma si spingono ben oltre, fino ad offendere Rosy Bindi, con parole che riecheggiano una battuta berlusconiana: «La Bindi, che problemi di convivenza con il vero amore non ne ha probabilmente mai avuti, ha negato persino la presentazione di un documento sull’unione civile tra gay. Vade retro Satana. Niente sesso, siamo pidimenoellini».
Anche Di Pietro ci tiene a dire la sua sulla questione: «Quella sui diritti della persona è una battaglia che dovrebbe essere trasversale e condivisa da tutti: laici e cattolici. Per questo, ci auguriamo che quei deputati che hanno denunciato la chiusura del Pd in tema di diritti civili sostengano e sottoscrivano la nostra proposta di legge (Pdl 5338) sul pieno riconoscimento dei matrimoni gay anche in Italia, già depositata in Parlamento. I diritti della persona sono l’elemento qualificante per ogni democrazia e dovrebbero essere condivisi da tutto il centrosinistra, senza tentennamenti».
Nico Stumpo, responsabile organizzazione del Pd, pone l’accento sulla necessità di continuare sulla strada della regolamentazione giuridica delle coppie di fatto, a partire da quelle omosessuali: «Il Pd lavora per far fare al Paese un passo concreto in avanti. Se l’Italia avrà nella prossima legislatura una legge tra le più avanzate in Europa sarà grazie al Partito Democratico, che si sta impegnando in questo senso. Non certo per la propaganda e la strumentalizzazione dal fiato corto».
Stumpo poi bacchetta Bersani e Di Pietro, accusandoli di strumentalizzare il dibattito e le decisioni del Partito Democratico per lanciare i loro attacchi. «Né l`uno né l`altro, tuttavia, guidano partiti in cui si discute così liberamente e non a caso non ci si ricorda di alcun confronto interno», ha concluso.
Cerca invece di gettare acqua sul fuoco Paola Concia, tra i promotori del documento per il riconoscimento delle unioni gay, che ai microfoni di Sky Tg24 ha affermato: «Non bisogna stupirsi se ci sono in un partito discussioni anche accese. Lo trovo un segno di vitalità».
Giuseppe Ferrara
15 luglio 2012