Marco Alemanno ricorda Lucio Dalla: le rondini, l’amore e le polemiche
Quest’oggi Marco Alemanno ha ricordato Lucio Dalla leggendo il testo di “Le rondini” al termine dei funerali. Dopo aver letto il testo di quella bellissima poesia ha sorpreso tutti con un breve commento fuori programma che ha commosso e fatto riflettere su quanto talvolta la vita debba far i conti con dei compromessi e con delle regole non scritte che spesso pesano più della gravità che proietta i nostri piedi sulla terra.
Marco Alemanno dopo aver letto il testo della canzone ha spiegato che quando era bambino ascoltava quasi ossessivamente quella canzone, che lo commuoveva e lo faceva volare con la fantasia:
“Nonostante tutto il tempo che è passato, ascolto ancora quel brano e ancora mi commuovo. Chi lo sapeva che dopo qualche anno avrei incontrato quel signore e chi avrebbe immaginato che avrei lavorato con lui. Invece è successo e da diverso tempo ho il piacere, l’onore e il privilegio di crescere al fianco di Lucio, il cantante, il musicista, il regista, ma soprattutto l’uomo eterno bambino a cui devo già tanto. E chi avrebbe immaginato che addirittura avrei finito per lavorarci insieme chiedendogli pure di eseguire dal vivo, per la prima volta, il brano che mi aveva fatto sognare così tanto, anche dopo negli anni. Perchè, nonostante tutto il tempo che è passato, io risento ancora quel fischio lontano, torno a chiudere gli occhi e mi perdo di nuovo come tanto tempo fà nel mare e nel cielo dei sogni. Solo che oggi, a differenza di allora conosco benissimo quel signore che canta ‘Le rondini’. Oggi posso spiegargli che cosa mi ha dato e continua a darmi, oggi insieme a voi posso dirgli grazie”.
Un intervento che ha commosso e fatto riflettere. In questi giorni Marco è stato sempre in disparte preparando il suo intervento con le giuste parole per dire un ultima volta addio a Lucio Dalla. Subito dopo la messa però sono scoppiate le polemiche riferite alla relazione non espressamente proclamata che c’era fra Dalla ed Alemanno. Prima fra tutte Lucia Annunziata che nella trasmissione ‘In 1/2 h’ (Rai3) ha affermato: “I funerali di Lucio Dalla sono uno degli esempi più forti di quello che significa essere gay in Italia: vai in chiesa, ti concedono i funerali e ti seppelliscono con il rito cattolico, basta che non dici di essere gay. E’ il simbolo di quello che siamo, c’è il permissivismo purché ci si volti dall’altra parte”.
Sulla rete non sono mancati i commenti pro e contro, sopratutto su Twitter, ecco alcuni commenti:
“Italia bigotta. Perché chiamare miseramente Marco Alemanno “suo stretto collaboratore” su tg e giornali? Era il suo compagno. E si amavano”.
“Trovo un po’ sconcertante la corsa di molti a sottolineare quell’amore che Lucio Dalla e Marco Alemanno non hanno mai voluto chiamare così”.
“Siamo nel 2012, ma Marco Alemanno è definito il collaboratore di Dalla”.
“e su Avvenire, il compagno di Dalla diventa “il corista Marco Alemanno”.”
“Marco Alemanno era il compagno di Lucio Dalla (ma per i giornali non si può dire).”
Molti giornali non lo potranno dire, come suggerisce l’Inkiesta nell’ultimo tweet che vi abbiamo proposto, ma ci sembra giusto (qualunque sia la verità) porgere le nostre cordoglianze a Marco Alemanno e ricordare come dalle stesse canzoni di Lucio Dalla si possa comprendere quanto sia facile parlare ma difficile capire ed accettare i compromessi che la vita talvolta ci impone.
Enrico Ferdinandi
4 marzo 2012