Denunce in questura per il «Dottor Kegel», il pagliaccio che irrompe nelle scuole lanciando pigne per protesta
VERONA — «IT’S TIME TO #CHANGE» si legge sul profilo Facebook del Dottor Kegel, con tanto di foto profilo in veste di pagliaccio stile Cappellaio Matto di «Alice nel Paese delle Meraviglie». Ma chi è questo Dottor Kegel? Dietro questo nome, anch’esso di scelta decisamente goliardica se riferito al medico che ha ideato gli «esercizi di Kegel» per esercitare i muscoli del pavimento pelvico in caso di incontinenza urinaria, c’è una community che si è assunta il ruolo di vendicare le ingiustizie perpetrate all’interno del sistema scolastico con irruzioni a suon di pigne. Da ottobre a questa parte sono state segnalate almeno cinque incursioni a Verona: l’Istituto Marco Polo, l’Istituto Galileo Ferraris, il Liceo Fracastoro, il Liceo Messedaglia e in Università; sempre di più gli avvistamenti in varie scuole della provincia, con una giornata di «trasferta» a Padova. La segnalazione è fatta dagli stessi studenti che lamentano «problemi coi voti degli insegnanti, è inammissibile fare verifiche e dare come voto minimo 1 e voto massimo 7, nonostante io sia riuscito a fare l’80% circa della verifica ho preso 5. Questo è veramente grave e la giustificazione del profe è stata: “eh ragazzi sono cose che dovete sapere”; pensaci tu, i voti vanno dal 2 al 10 senza discussioni e che la verifica sia facile o meno» o «non ci fanno andare in bagno nemmeno per un’urgenza. Se per esempio ti sta colando sangue dal naso ti dicono: “beh, ti metterai apposto oggi quando torni a casa…”, cit. bidella. Abbiamo solo la santa profe di matematica che ci manda in bagno ma i miei compagni devono fare attenzione alla bidella! Praticamente è peggio di un cane arrabbiato alla guardia della sua cuccia! E se li becca sono guai! Insomma haha aiuto la bidella è un qualcosa di tremendo». Questi alcuni dei commenti fatti dai ragazzi; qualche studente è stato segnalato e «a rischio sospensione» perché «colpevole di evocare» il fantomatico Dottor Kegel. Ora le scuole iniziano a muoversi e al Provveditorato sono arrivate lamentele per «interruzione di pubblico servizio», mentre in Questura è stata fatta denuncia da parte di chi è finito sotto il tiro delle pigne. Un blitz organizzato in anticipo, con tanto di complice per le riprese che lo vedono inseguito dai bidelli o dal personale di sicurezza.
Per molti queste azioni sono frutto di follia, per altri sono il segnale di un’esigenza di cambiamento che si avverte tra gli studenti. Una protesta plateale e scenografica senza mai arrecare «danni a cose e persone, non ho mai aizzato nessuno a compiere azioni violente o pericolose», con «l’obiettivo di mettere in evidenza i problemi metodologici della “scuola”, sempre meno dedita alla formazione di menti creative e flessibili, adatte alle nuove esigenze del mercato. Abbiamo bisogno di persone nuove, per metodi nuovi, per nuove competenze». Per quanto visionario e poco ortodosso come metodo, alla base di molte lamentele non c’è solo un intento burlone ma un «disagio» avvertito da molti studenti che se venisse letto e preso in considerazione potrebbe essere un’indicazione utile per un incontro educativo, un «lancio» di domande e risposte concrete, non di pigne.
Paola Mattavelli
29 novembre 2014