Oscar Pistorius condannato a 8 anni di carcere. Concesso isolamento dai detenuti comuni
Pretoria – La tanto attesa sentenza sul processo a Oscar Pistorius per omicidio colposo della fidanzata Reeva Steenkamp, nel febbraio 2013, come previsto è arrivata oggi dal Tribunale di Pretoria.
L’atleta e paralimpico è stato condannato a cinque anni per l’omicidio colposo, ma inoltre a suo carico è stata irrogata una pena ad altri tre anni per possesso di armi da fuoco. Quest’ultima sentenza è sospesa con la condizionale.
La richiesta dell’accusa era stata di dieci anni di reclusione, sia pure la difesa avesse sperato in una condanna ai lavori socialmente utili.
La sentenza nei confronti dell’atleta è stata letta questa mattina dal giudice Thokozile Masipa del tribunale di Pretoria: Oscar Pistorius, su richiesta del giudice, ha ascoltato in piedi la condanna.
Il rito anglosassone prevede tempi immediati e Pistorius è stato prelevato immediatamente dagli agenti e trasferito nelle celle del tribunale, in attesa di essere trasferito nel carcere dove sconterà la condanna.
Il procuratore aveva dichiarato che “La pena minima soddisfacente per la società sarebbe di dieci anni di carcere”, ma la difesa, nella sua lunga e articolata arringa, aveva caldeggiato una condanna a lavori socialmente utili, sostenendo che il carcere non sarebbe una punizione appropriata per il reato commesso.
Ora Oscar Pistorius sconterà la condanna per omicidio colposo della fidanzata Reeva Steenkamp in prigione, molto probabilmente in una cella singola nell’ala ospedaliera del carcere Kgosi Mamphuru di Pretoria. Questo per garantire il diritto alla sicurezza del condannato, a seguito di un acceso dibattito tra Barry Roux, il legale del campione paralimpico, e Zac Modise, commissario nazionale per la gestione dei penitenziari sudafricani.
Modise infatti, dopo numerosi tentennamenti, ha dovuto lasciarsi andare e assicurare che, in caso di condanna al carcere, si sarebbe presa la responsabilità che l’atleta sudafricano scontasse la sua pena in una delle 22 celle singole del Kgosi Mamphuru di Pretoria.
Il “privilegio” tiene in considerazione le drammatiche statistiche che riguardano gli oltre 150mila detenuti in Sudafrica, dove sono presenti un medico e 5 psicologi per circa 7mila carcerati ed una doccia e un bagno per cinque aree comuni. I dati statistici sono stati rimarcati fortemente in aula dai legali di Pistorius, secondo cui la “gang” che gestisce il carcere, i “26’s”, attraverso il loro “generale” Khalil Subjee, avrebbero già lanciato dure minacce al campione paralimpico nel caso dovesse scontare la pena nel carcere di Pretoria.
Da ciò ne conseguirebbe che se Pistorius non venisse isolato in una cella singola, sarebbe preso di mira dagli altri detenuti e la sua disabilità costituirebbe un’ulteriore minaccia alla sua persona.
Sebastiano Di Mauro
21 ottobre 2014