Muore suicida il grande regista del cimema Italiano Carlo Lizzani:”stacco la chiave”

Il mondo del cinema e non solo, oggi piange Carlo Lizzani, 91 anni, regista di fama internazionale, che si è suicidato, lanciandosi dal terzo piano della sua casa di Roma. Così muore Carlo Lizzani, il regista, sceneggiatore, protagonista del neorealismo, storico e studioso di cinema. Ha lasciato grandi film di impegno civile, come Achtung banditi”, “Mussolini ultimo atto”, ma anche film che hanno fatto il cinema italiano come ‘Banditi a Milano’ con Gian MariaVolonté, o ‘Processo di Verona’ con Silvana Mangano.
Sono stati i vicini di casa, che hanno sentito il tonfo nel cortile interno del palazzo, ad avvisare la polizia, che prontamente è intervenuta in via dei Gracchi, nel quartiere Prati, per fare la triste constatazione in via dei Gracchi, nel quartiere Prati.
Prima di lanciarsi nel vuoto, Lizzani ha voluto scrivere poche righe per i figli in cui si legge: ‘‘Ho staccato la chiave”.
E’ impossibile non far riaffiorare alla memoria un altro suicidio recente nel mondo del cinema, avvenuto tre anni fa ed è quello di Mario Monicelli, un altro che ha fatto grande il cinema italiano.
Anche lui la sera del 29 novembre 2010 decise di “staccare la chiave”, lanciandosi dal quinto piano dell’ospedale in cui era ricoverato. In quell’occasione Lizzani, sentito dalla stampa aveva commentato:’‘Un gesto da lucidità giovane“, ricordando a chi non lo sapesse che Monicelli ”era un super laico, uno che voleva gestire la sua vita fino in fondo”.
In via dei Gracchi i vicini di casa dicono che il regista era malato da tempo e ultimamente usciva poco. Viveva con la moglie e la badante e spesso veniva portato in ospedale, per fare ritorno a casa dopo i controlli sanitari. Evidentemente questo tipo di vita non lo soddisfava più. Un uomo come lui abituato a creare immagini e dare e ricevere soddisfazioni a piene mani, non voleva più continuare a dare spettacolo del suo declino e ha voluto togliere il disturbo.
Gloria Campoli, titolare dell’Antica Griglia Toscana, il ristorante che si trova sotto la casa abitata da Lizzani, lo ricorda così: ”persona eccezionale, era sempre cortese e la mattina quando usciva per comprare il giornale si fermava a chiacchierare. Veniva spesso a mangiare da noi e quando non aveva voglia di scendere ordinava una pizza. Proprio l’altra sera gli abbiamo portato a casa una pizza”.
Tante le reazioni ed i commenti per la figura di Lizzani, tra questi quello del capo dello Stato Giorgio Napolitano, il quale appreso della morte di Lizzani ha affermato è una ”notizia tragica”. Poi ha scritto un messaggio ai familiari, dicendo:”mi addolora profondamente, per l’amicizia che ci legava da molti decenni e per tutto quel che ha saputo dare al cinema, alla cultura, allo sviluppo democratico del nostro paese: coraggio e passione della battaglia per la Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, nella ferma valorizzazione e difesa dei valori della Resistenza, nella creazione artistica sempre radicata nella realta’ e nei travagli della nostra Italia. Era rimasto anche negli anni più recenti, nonostante l’età e le difficoltà di salute straordinariamente presente e combattivo in ogni confronto e in ogni sforzo di passaggio del testimone alle nuove generazioni”.
Ermanno Olmi, raggiunto telefonicamente dall’ANSA nella sua casa di Asiago, del suo amico e collega, ha voluto commentare così: “Non dobbiamo nemmeno cercare delle spiegazioni. È un atto misterioso e dobbiamo rispettare questo mistero. Trovare delle parole nobili come onestà, serietà e stile sembrerebbe come trovare degli inutili orpelli di circostanza”. Poi aggiunge: “Avevo avuto notizie di Carlo da mio figlio Fabio, che ha fatto il direttore della fotografia nel suo ultimo film sul neorealismo, e mi diceva che era in ottima forma, a tratti anche felice. Ripeto: è un mistero, che dobbiamo rispettare», ha aggiunto Olmi, impegnato in sopralluoghi sulle montagne dell’altipiano per il suo prossimo film sulla Grande guerra”.
Giuliano Montaldo, invece dice: “Sono sconvolto, consideravo Carlo il mio fratello maggiore, ho cominciato la mia carriera con lui ed era un grandissimo amico. Lascia un vuoto enorme, provo un dolore immenso. L’avevo sentito poco tempo fa – continua – e mi parlava del suo nuovo film, quello tratto dal libro di Andreotti, per cui finalmente aveva trovato i fondi. Era sempre lui, ironico, spiritoso. Sapevo che aveva avuto dei problemi di cuore ma sembravano risolti”.
Il presidente della Biennale, Paolo Baratta, a nome personale e dell’ente culturale veneziano ha espresso il cordoglio per la scomparsa del regista Carlo Lizzani: “La Biennale piange nel giorno della morte di Carlo Lizzani. Lizzani fu partecipe della vita dell’istituzione come importantissimo direttore del settore Cinema (1979-1982) in anni difficili. Seppe dare alla Mostra nuove energie. Seppe costruire intorno a sé un nucleo di giovani studiosi ed esperti che avrebbero rappresentato negli anni successivi una vera èlite. A lui quindi – conclude Baratta – il mondo del cinema italiano deve moltissimo. Personalmente lo rimpiango come amico, e come uomo e artista raffinato e gentile”
Ettore Scola, anche lui raggiunto telefonicamente dall’ANSA nella sua casa, della morte del suo amico e collega, ha semplicemente detto: “E’ un momento di grande dispiacere e, devo dire, c’è ben poca voglia di commentare”.
Ugo Gregoretti, regista, giornalista e drammaturgo, commenta :”Aveva ancora la freschezza e l’entusiasmo quasi di un debuttante pure nel rapporto umano che aveva con noi. Anche se per quest’ultimo aspetto lo conoscevamo poco perché Lizzani, come si sa, era molto riservato”. Continuando: “Sapevo dei tanti problemi che affliggevano la sua vecchiaia, anche se al lavoro non era affatto così. Abbiamo fatto insieme un film nel 2011 la “Scossa” ed è stata un’esperienza sorprendente perché ciascuno di noi spiava amorevolmente l’altro e Lizzani si meravigliava per la serenità, la lucidità, la padronanza del mezzo”
Il sindaco di Torino, Piero Fassino, ha voluto esprimere il suo “profondo dolore”, per la morte del regista Carlo Lizzani: “Profondo dolore per la scomparsa di un uomo generoso che ha contribuito a fare grande il cinema italiano rappresentando in modo straordinario la tensione morale e la passione civica di una generazione che prima si battè per un’Italia libera e poi ne costruì la nervatura civile e democratica”.
Il presidente di Sel Nichi Vendola, dopo aver appreso la notizia della morte di Carlo Lizzani, ha affidato il suo messaggio di cordoglio, scrivendo su Twitter cosi: “Un abbraccio forte e commosso a Carlo Lizzani. Un grande maestro di libertà e di impegno”.
Noi di 2duerighe gli diciamo: “Buon viaggio maestro nel mondo migliore che ci aspetta di là, dove invidia, rancori, dolori e malattie non saranno mai più nostri compagni di viaggio. Grazie per quanto ha dato a tutti noi!”
Sebastiano Di Mauro
5 ottobre 2013